Allattamento artificiale: i tipi di latte.
I latti artificiali utilizzati per l'allattamento del bambino, vengono anche detti «latti in polvere» perché è sotto questa forma che inizialmente e per lungo tempo sono stati posti in vendita, venendo poi «ricostituiti» con l'aggiunta di acqua.
Oggi però si trovano in commercio anche già in forma liquida e il loro impiego si sta diffondendo.
Questi latti in forma liquida (una volta riservati solo all'uso ospedaliero) sono già pronti all'uso (è sufficiente scaldarli) ed hanno una composizione più stabile; hanno però lo svantaggio di una conservazione più limitata e alcune alterazioni qualitative, anche se forse trascurabili, legate alla sterilizzazione.
Latte artificiale utilizzato per l'allattamento del bambino
La formulazione di uso domiciliare attualmente più diffusa in Italia e nel resto dell'Europa rimane per ora quella in polvere.
Vi sono vari tipi di latti artificiali in commercio.
I principali sono: Latti adattati (numeri uno): i più usati.
La loro composizione è quella più vicina possibile a quella del latte materno, sia sul piano qualitativo che quantitativo. I carboidrati che contengono sono costituiti in massima parte da lattosio (come nel latte materno) e la parte restante è rappresentata da glucosio e/o maltodestrine.
Questo tipo di latte viene considerato l'alimento sostitutivo del latte materno di prima scelta. Essi rappresentano quindi, in situazioni di normalità, l'alternativa più valida per i primi mesi di allattamento. Latti di proseguimento (numeri due): dal 5-6 mese di vita sostituiscono i latti adattati.
Più ricchi in minerali, vitamine, carboidrati e acidi grassi essenziali, rispondono alle mutate esigenze nutrizionali del bambino che ha ormai maturato la digestione, l'assorbimento intestinale, la funzionalità renale, ecc. Latti di soia: si usano nei casi di intolleranza al latte vaccino. Sono formule la cui quota proteica è rappresentata esclusivamente da proteine della soia. Sono assenti lattosio e saccarosio. I grassi sono costituiti da una miscela di oli vegetali.
Latti H.A. (Hypo Allergenic):
le proteine di origine bovina vengono sottoposte ad una più o meno completa frammentazione (idrolisi ad aminoacidi e peptoni); dovrebbero così perdere gran parte della loro capacità di determinare intolleranze.
Questi latti si usano nei bambini a rischio familiare allergico, ma allo stato attuale delle conoscenze non sembrano aver confermato questo potere preventivo.
Per affrontare situazioni alimentari particolari sono poi disponibili molti altri tipi di latti, detti "speciali", come i parzialmente adattati, gli acidificati, gli antireflusso, gli idrolisati proteici spinti, quelli a ridotto contenuto di lattosio, e altri ancora.
Gli «adattamenti» operati dall'industria per trasformare il latte vaccino di partenza sono sostanzialmente:
- modifiche del contenuto quantitativo e qualitativo delle proteine: il latte vaccino viene diluito (con siero di latte demineralizzato) così che la concentrazione proteica viene ridotta (nel latte vaccino è troppo elevata, e per il neonato comporterebbe un eccessivo lavoro del rene). Così facendo si abbassa anche il contenuto di caseina rendendo l'equilibrio fra i vari aminoacidi più simile a quello materno. Anche se ridotta di quantità però, la caseina del latte vaccino è comunque diversa da quella del latte umano.
Per quanto diluito, nel latte adattato rimane presente una proteina (la betalattoglobulina) che sappiamo essere responsabile della gran parte dei fenomeni allergici che possono insorgere.
Alcune sieroproteine presenti nel latte di donna, non nutritive ma molto importanti per funzioni protettive (lottoferrina, lisozima, immunoglobuline) in quello di mucca rimangono comunque assenti, anche dopo l'adattamento. Pertanto il bambino allattato artificialmente è ovviamente più esposto alle malattie.
- modifiche alla qualità dei grassi: una parte di grasso viene sostituita con oli vegetali. Dal punto di vista quantitativo i grassi contenuti nel latte vaccino e nel latte materno si equivalgono.Molto differenti sono invece sul piano dei rapporti fra le varie componenti, acidi grassi saturi, insaturi ecc.L'aggiunta di una miscela di oli vegetali ricchi di acidi grassi polinsaturi corregge in parte queste differenze;
- aggiunta di idrati di carbonio: serve a portare il latte adattato a una distribuzione calorica percentuale più vicina a quella del latte materno. Si aggiunge in prevalenza lattosio perché il latte vaccino ne contiene quasi la metà rispetto al latte materno;
- riduzione della quota di minerali:
nel latte di mucca calcio, fosforo e altri minerali sono presenti in quantità abbondanti: la diluizione che si opera per abbassare il contenuto di caseina ottiene anche l'effetto di ridurre la quota di questi minerali. Il contenuto di ferro è basso, sia nel latte umano che in quello vaccino ma in quest'ultimo la quota assorbibile è minore.
Solo alcuni latti adattati sono supplementati con ferro (c'è il rischio che il ferro libero favorisca lo sviluppo di infezioni intestinali). A queste modificazioni più importanti seguono altri adattamenti sul piano dei sali, delle vitamine ecc. avvicinando ulteriormente la formula a quella del latte materno (oggi si tengono in considerazione nuove aggiunte, come quella della carnetina e della taurina).
Un apposito comitato di esperti, l'ESPGAN (Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica e Nutrizionale) dà indicazioni per la formulazione corretta dei latti artificiali, costantemente aggiornate.
Anche se questi adattamenti sono ottenuti ricorrendo a tecnologie molto sofisticate, «l'umanizzazione» che si ottiene del latte di mucca in definitiva va sempre intesa in termini approssimativi. Nel latte di donna esiste una gamma di sostanze minori il cui ruolo è scarsamente noto e probabilmente di alcune non se ne conosce neppure la presenza.
Comunque già con i latti attuali si sono raggiunti importanti risultati, garantendo al bambino che non può usufruire del latte materno una crescita adeguata nel rispetto dei principali indici metabolici.
Vedi: Latte in polvere: prezzi alle stelle
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Pagina aggiornata il 9 maggio 2006