Aids: una cura per non assumere più farmaci a vita
Una svolta importante, anzi importantissima, potrebbe arrivare per le persone affette da Aids. Potrebbe infatti terminare la dipendenza dai farmaci a vita. La notizia è così rilevante che è stata pubblicata su PLOS Pathogenes.
Grazie ai ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) è stata messa a punto una nuova terapia in grado di "educare" il sistema immunitario del paziente in modo da tenere bassa la potenzialità del virus anche senza l'assunzione di farmaci.
Per ora i test si riferisco soltanto ai macachi. I risultati sono così incoraggianti da suggerire la sperimentazione clinica sull'uomo in breve tempo. I farmaci utilizzati sono già tutti approvati per l'uso clinico sull'uomo e questo dovrebbe spianare ulteriormente la strada. L'unica variabile che potrebbe intervenire per fare ritardare l'avvio dei test è la questione dei finanziamenti.
I risultati ottenuti consentono di poter affermare che la porta per arrivare alla sospensione definitiva dei trattamenti farmacologici è aperta.
In sintesi, i ricercatori diretti da Andrea Savarino, hanno preparato un cocktail di farmaci da somministrare per un tempo definito prima di interrompere. Negli animali la terapia ha indotto l'organismo ad autocontrollare l'infezione anche dopo la sospensione del trattamento.
Nei macachi su cui è stato sperimentato il cocktail, dopo sei mesi la somministrazione è stata interrotta. Savarino ha così spiegato che "da 9 mesi i farmaci non vengono più somministrati e gli animali rispondono bene".
Secondo lo scienziato la positività del risultato e che "mesi di vita nei macachi corrispondono a molti anni nell'uomo''.
In ogni caso il ricercatore ha raccomandato la cautela necessaria in quanto l'uomo e comunque diverso dal macaco e qualche differenza nella risposta si potrebbe verificare. "Ci sono cioè buone potenzialità che tali risultati siano traslabili all'uomo - ha chiarito Savarino - ma per poter dare una valutazione definitiva sarà fondamentale l'avvio dei test clinici''.
In effetti, la cura messa a punto potrebbe essere, secondo i ricercatori, quella "definitiva". Si comprende quindi la fretta di avviare la sperimentazione sull'uomo che potrebbe partire, come ha spiegato Saverino, già dai primi mesi del prossimo anno.
Resta l'incognita dei finanziamenti necessari. Fino a questa fase lo studio è stato pagato dall'Iss. Ora è necessario reperire altri enti finanziatori per andare avanti.
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22 giugno 2012