Al terzo mondo servono più fondi
"Più aiuti, meglio spesi". E' questo lo slogan scelto da 'Azione per la salute globale' che ieri a Roma ha presentato i dati del suo Terzo Rapporto, in contemporanea con Parigi, Berlino, Madrid, Londra, Bruxelles e Praga
I finanziamenti stanziati dai Paesi industrializzati per la salute di quelli in via di sviluppo, avverte 'Azione per la salute globale', non sono sufficienti e spesso non sono nemmeno impiegati in modo efficace. I 22 Paesi più poveri del mondo potrebbero aver bisogno quest'anno, per resistere alla crisi, di aiuti per 25 miliardi di dollari.
Ma se la situazione risultasse peggiore delle previsioni, questa cifra potrebbe raggiungere i 140 miliardi. Secondo stime recenti - si legge nel Rapporto - il 22% degli aiuti si disperde a causa della loro imprevedibilità e irregolarità.
In molti casi, manca un coordinamento fra le iniziative dei Paesi donatori: in 4 anni, ad esempio, sono stati oltre mille i progetti di aiuto gestiti dall'Uganda.
È necessario pertanto non solo che i governi incrementino gli aiuti per la salute, ma anche che li eroghino con la massima efficacia possibile. 'Azione per la salute globale' auspica quindi che ci sia una divisione dei compiti fra i Paesi donatori e che si sostenga il bilancio del Paese destinatario, invece di investire in singoli programmi.
"Il G8 che quest'anno sarà presieduto proprio dal nostro Paese - sottolinea Pietro Marcenaro, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica, intervenuto alla conferenza - potrebbe essere l'occasione giusta per parlare di una campagna che renda disponibili nuove risorse verso queste politiche. Non sarà facile - conclude - ma possiamo provarci".
Pagina pubblicata il 07 aprile 2009