Pillola dei 5 giorni dopo, donne libere di scegliere. Che farà l’Aifa?
La casa farmaceutica francese Hra Pharma ha annunciato una settimana fa che l’Ema, l’Agenzia Europea del farmaco, aveva autorizzato la messa in vendita del contraccettivo di emergenza ella-One, la cosiddetta Pillola dei 5 giorni dopo (ulipristal acetato, 30mg), che potrà essere acquistata in farmacia, senza bisogno di avere una prescrizione medica.
Una decisone storica che l’EMA ha preso dopo una lunga consultazione e dopo aver ricevuto il parere favorevole rilasciato da una delle commissioni dell’Ema, quella che si occupa dei Prodotti Medicinali Umani (CHMP), secondo la quale ella-One può essere utilizzata in sicurezza e quindi non necessita di prescrizione medica.
E’ una decisione che permetterà a circa 120 milioni di donne europee di accedere direttamente alla contraccezione di emergenza senza dover passare attraverso una visita e successiva prescrizione medica.
L'Agenzia europea ha quindi riconosciuto alle donne il diritto di avere un migliore accesso alla contraccezione di emergenza. Una notizia che trova il favore delle associazioni in prima linea nella difesa dei diritti delle donne. In Italia ora si dovrà attendere la decisione dell'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). Quanto tempo ci vorrà per sapere se anche le donne italiane sono europee?
Silvana Agatone, presidente della LAIGA (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l'applicazione della legge 194/78) “accoglie con soddisfazione la presa di posizione dell'ENA. Come ben sanno gli operatori che si occupano di salute delle donne – aggiunge la ginecologa - solo la verità permette l'autodeterminazione e la libertà. L'Associazione si augura che in futuro l'influsso benefico dell'Europa si faccia sentire in maniera sempre crescente, come già è stato per la condanna per l'Italia per la mancata applicazione della Legge 194/78, caso che abbiamo portato a Strasburgo ottenendo una presa di posizione molto decisa. Gli operatori sanitari e le donne da loro assistite hanno bisogno di verità, di scienza e di continua attenzione ai loro diritti”.
Lisa Canitano, presidente di Vita di Donna commenta in questo modo: "La nostra lotta con l'organizzazione SOS pillola del giorno dopo vede finalmente riconosciuta la verità. Questo farmaco, sia il levonorgestrel, che l'ulipristal, non sono che dei contraccettivi d'emergenza, tanto è vero che se assunti dopo l'ovulazione non sono più efficaci. Abbiamo infatti visto proprio ultimamente delle gravidanze indesiderate nonostante la tempestiva assunzione dei farmaci. Cogliamo l'occasione per ricordare alle donne che lo IUD, altrimenti meglio conosciuta come spirale, è estremamente efficace se inserito entro cinque giorni, e impedisce l'annidamento dell'ovulo fecondato. L'ignoranza di coloro che si professano cattolici è tale da non saper distinguere fra un inibitore dell'ovulazione e un antiannidante. Cosa comunque, anche quest'ultima, ben diversa dall'aborto. La religione come spesso accade, si occupa delle scelte delle persone credenti e non, pensando di dover dire agli altri cosa devono fare "perché Dio lo vuole". E' veramente ora di finirla, speriamo che sia solo l'inizio".
Riuscirà questa decisione ad essere attuata anche nel nostro Paese, nel quale oggi, per avere una ricetta dei cinque giorni, come si chiama comunemente la ElleOne, è obbligatorio avere un test di gravidanza effettuato?
Ovviamente ora che l’Unione Europea, questo famoso covo di integralisti a favore dell’aborto e magari anche a favore della libera maternità consapevole, ha finalmente dato la luce verde affinché le donne possano acquistare il farmaco EllaOne senza alcuna ricetta, in Italia scende in campo l’esercito cattolico.
Truppe pronte a far fuoco su qualunque decisione che testimoni la libertà delle donne di scegliere cosa fare della propria pelle, e non della pelle del signor medico cattolico a meno ancora della pelle del signor farmacista cattolico.
Ma si sa, una delle regole fondamentali che governano i processi integralisti, e ne abbiamo avuto una prova terribile in questi giorni a Parigi, è che l’integralista ha sempre ragione, perché lui parla a nome di una entità superiore che lo obbliga ad agire in un certo modo.
Ed allora poco importa che la scienza, che tutto è meno che integralista, ma ragiona per evidenze dimostrabili, abbia già detto e dimostrato che il farmaco EllaOne è un contraccettivo e non un abortivo, perché per gli integralisti la verità scientifica non esiste, cosi come non esisteva la verità di Galileo, ma esiste solo il loro infinito ed arrogante dogma.
E di esempi ne potremmo fare a milioni, ma per fortuna oggi anche questo Papa ha ammesso, ad esempio, che la teoria del big bang è veritiera per poi dire che, ovviamente il primum movens di quella esplosione è stato Dio.
Per ora accontentiamoci che la Chiesa abbia ufficialmente rimesso le lancette del mondo indietro di qualche milione di anni.
Ma se cambiare l’ora è abbastanza facile, a parte per qualche migliaia di fanatici integralisti americani, ciò che è durissimo per gli integralisti cattolici nostrani è accettare le evidenze scientifiche quando si parla di liberta delle donne.
E’ per loro intollerabile che una donna decida per sé, e decida sola con se stessa o al massimo con chi lei ha scelto voglia far parte della sua decisione.
No, per l’integralismo, anzi per tutti gli integralismi religiosi monoteisti, la donna in primo luogo non può essere lasciata libera di decidere sulla propria vita a meno che non si tratti di decidere cosa cucinare stasera. E forse neanche quello.
In questi ultimi tempi nel nostro Paese gli esempi di questa oppressione integralista sono stati tanti.
Dalla manifestazione a Milano, nello scorso Aprile contro la legge 194, in perfetto stile “spagnolo”, alle veglie contro l’autodeterminazione femminile in molte città, con il falso scopo di lottare per la vita, usando lo slogan “il feto è uno di noi”, alle dichiarazioni del cardinal Bagnasco che censura gli opuscoli per l’educazione alle differenze contro omofobia, sessismo e bullismo nelle scuole. Ma questi sono solo alcuni degli esempi.
Ed oggi di fronte alla decisione dell’Ema, alcuni medici cattolici ed alcuni farmacisti, gli stessi che andando contro la legge si rifiutano di dare la pillola del giorno dopo, insorgono accusando l’Unione europea di mentire perché, secondo il loro parere, la pillola EllaOne è un farmaco abortivo.
Ora vorrei dire a tutte le donne, sia che leggano Vita di Donna o no, ed a tutti gli uomini che hanno a cuore la laicità del nostro Paese, ditemi cosa ancora deve succedere perché ci si preoccupi seriamente per lo stato di salute della laicità in Italia, per la tenuta dei diritti riproduttivi e sessuali, per il diritto ad avere, perlomeno nelle scuole pubbliche, un’educazione civica in grado di bloccare sul nascere la violenza contro le donne, il sessismo e l’omofobia?
Quanti anni ancora dovremo sopportare i sepolcri imbiancati che dicono che se una ragazzina o una donna viene violentata, è perché indossava abiti provocatori, o se addirittura viene uccisa, è perché un po’ se l’è cercata.
Vorrei ancora una volta precisare che io non sto discutendo la fede individuale, ma l’uso politico della religione.
Puoi essere cattolico, buddista, musulmano, hindu o qualunque cosa tu voglia essere, ma vorrei ricordarti che nulla al mondo giustifica una tua intromissione nella vita che noi ci scegliamo e nulla ti autorizza decidere per noi, uomini e donne.
Per noi decide la legge e la legge in questo Paese è stata e continua ad essere chiara.
La contraccezione e l’aborto sono previste da norme dello Stato e tu, mio caro integralista di qualunque religione, non puoi e non devi far altro che rispettarle.
Altrimenti puoi di nuovo organizzare un bel referendum e prenderti ancora una volta sonori ceffoni politici.
D’altra parte il paternalismo prolife e conservatore ha poca voglia di discutere e moltissima voglia di salvare le donne da loro stesse, e se possibile a loro insaputa.
Un po’ come Scajola.
di Antonio Luzi
Pubblicato il 14/1/2015
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