Ancora ai domiciliari il Nobel per la pace San Suu Kyi
La leader birmana del movimento non-violento Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, dovrà restare ancora un anno agli arresti domiciliari.
Nonostante le pressioni internazionali per la sua liberazione e le manifestazioni dei suoi sostenitori - come quella di oggi a Manila, nelle Filippine, in occasione del Forum Asiatico - il regime militare di Myanmar (ex Birmania), al potere dal 1962, contro il quale lei si è sempre battuta, ha deciso di prolungare la sua detenzione.
Degli ultimi 17 anni, San Suu Kyi ne ha trascorsi circa 11 in isolamento. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha condannato la decisione del governo del Myanmar di prorogare di un anno gli arresti domiciliari del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.
Lo ha riferito la portavoce di Ban, Michelle Montas, che ha detto che il segretario generale "crede fermamente che prima le misure restrittive contro Suu Kyi e altre figure politiche saranno tolte, prima il Myanmar potrà procedere verso la riconciliazione nazionale, il ritorno della democrazia e il pieno rispetto dei diritti umani".
Ban è determinato a continuare a lavorare per un tangibile progresso in Myanmar attraverso i suoi buoni uffici e tramite le trattative tra suo consigliere speciale, il nigeriano Ibrahim Gambari, e il governo dell'ex Birmania.
(Delt@ Anno V°, N. 122 del 28 Maggio 2007)
Pagina pubblicata il 28 maggio 2007