Clonazione umana a portata di mano
Migliorata tecnica che creò dolly
Bambini clonati a portata di provetta. L'annuncio, che sicuramente solleverà un vespaio di polemiche in tutto il mondo, è pubblicato ieri dal quotidiano britannico The Indipendent, in prima pagina. Alcuni ricercatori hanno perfezionato la tecnica che creò la pecora Dolly, e l'hanno testata sui topi scoprendo che è possibile creare topolini-fotocopia, a partire da cellule della pelle di un animale adulto.
Con pochissimi effetti collaterali che ne giustificherebbero, dicono, un'applicazione anche sull'uomo. L'annuncio riporta in auge le paure sollevate già ai tempi di Dolly, cioè la possibilità per la scienza di creare embrioni fotocopia di esseri viventi da usare come pezzi di ricambio in caso di bisogno.
La tecnica sperimentata con successo prevede che una cellula della pelle di un esemplare adulto venga inserita in un embrione nei primi stadi di sviluppo creato in provetta. Alcuni topi nati in questo modo si sono rivelati cloni parziali, ma altri copie perfette del legittimo proprietario della cellula della pelle usata in laboratorio.
A differenza delle procedure sperimentate a suo tempo dal Roslin Institute di Edimburgo per ottenere Dolly, queste sono ben più semplici da eseguire. Da qui il timore che possano diventare pericolose nelle mani di scienziati meno scrupolosi. "Non è etico, né sicuro. Ma qualcuno potrebbe provarci", commenta sul quotidiano Robert Lanza, che dirige Advanced Cell, un'azienda biotecnologica Usa.
"La clonazione non è ancora un procedimento a portata di mano ma - aggiunge - la semplicità della nuova tecnica potrebbe indurre ad applicarla sull'uomo, con le stesse implicazioni etiche della clonazione riproduttiva che però, finora - continua Lanza - non è mai stata utilizzata per creare embrioni umani".
E certo, oltre a questioni di ordine morale o religioso, la tecnica pone questioni rilevanti anche dal punto di vista legale. Perché nei fatti consentirebbe a chiunque - giovane o anziano, fertile o no, eterosessuale o gay - di passare il proprio patrimonio genetico a un embrione per crearsi un doppio solo con poche cellule della pelle.
Pagina pubblicata il 14 aprile 2008