Clonazione umana utile solo a ricerca
"I bimbi-fotocopia non servono a nessuno. E non interessano gli scienziati". Giuseppe Novelli, docente di Genetica all'università di Roma Tor Vergata, rassicura quanti si preoccupano per le possibili implicazioni dell'esperimento di clonazione effettuato sui topi.
Scienziati Usa sono riusciti a ottenere animali clonati inserendo in un embrione nei primi stadi di vita cellule della pelle di un terzo animale, fatte tornare indietro nel tempo. Una strada più semplice e rapida per ottenere animali chimera o clonati rispetto alla pecora Dolly.
"L'esperimento - dice Novelli all'ADNKRONOS SALUTE - è importante perché fornisce ai colleghi genetisti la prova del nove che le cellule Ips (staminali pluripotenti indotte) non funzionano solo in vitro, cioè nelle provette, ma anche in vivo.
Quindi su animali di laboratorio". Novelli però rimarca il significato di un simile risultato: "Niente cloni di uomo. Bensì un'altra prospettiva, che però ha bisogno di almeno 10 anni di studio, cioè quella di riuscire a ottenere staminali totipotenti umane personalizzate a partire da cellule della propria pelle, per avere eventuali "pezzi di ricambio" in caso di malattie".
Insomma, una volta riusciti ad assicurarsi che le cellule Ips possono veramente tornare totipotenti con un salto indietro nel tempo, in un prossimo futuro potremmo sfruttarle per costituire all'occorrenza tessuto capace di riparare quelli danneggiati da una qualche malattia.
Ma prima la comunità scientifica dovrà accertarsi della capacità reale delle cellule Ips di regredire fino allo stadio in cui possono differenziarsi in ogni tessuto umano. "Nel frattempo - prosegue il genetista italiano - la tecnica usata sui topi dai ricercatori Usa potrà consentire in maniera più rapida ed economica, la creazione di modelli animali di malattie umane. E su questi - conclude - lavorare per arrivare alla migliore comprensione di tante patologie".
Pagina pubblicata il 14 aprile 2008