Mencacci: «Legge 180, rivoluzionaria ma superata»
A trent'anni dalla scomparsa di Franco Basaglia la legge 180, di cui fu l'artefice, è ancora molto discussa.
«Il messaggio forte di quella legge" - sottolinea Claudio Mencacci, vice presidente della Società italiana di psichiatria - «è stato quello della chiusura degli ospedali psichiatrici per favorire l'ingresso della malattia psichiatrica nell'ospedale "generale", con una maggiore apertura al territorio e alla comunità. L'assistenza psichiatrica è trasferita alle Regioni e tramite esse alle Usl, si è arrivati così al concetto di rete sul territorio nazionale. Un concetto allora rivoluzionario, ma oggi in parte superato».Che cosa intende per superato? «Per cominciare le problematiche sono cresciute e l'articolazione ospedale - territorio - comunità, cardine della 180, va rivisitata anche attraverso un progetto nazionale che tenga conto della specificità delle Regioni.
Poi ci sono patologie nuove per cui non si può parlare di un unico malato mentale. Un quadro più ampio che richiede centri di riferimento specifici».
E che cosa risponde a chi come di recente lo studioso americano Irving Kirsch mette in discussione il ruolo dei farmaci antidepressivi? «Non sono d'accordo.
Nelle depressioni lievi la terapia comportamentale può essere più efficace di quella farmacologica.
Ma nelle depressioni medie e gravi i risultati migliori si ottengono ricorrendo ai farmaci, con esiti ancora migliori se combinati con la terapia comportamentale». (M.M.)
Pagina pubblicata il 13 febbraio 2010