Calcoli renali: più acqua, meno cioccolato e fragole
Se posso permettermi per un attimo di scherzare, la prima colica renale non si scorda mai, quasi come il primo amore e, lasciatevelo dire da uno che nella vita ne ha avute tantissime.
Terminate in vari modi, attraverso la litotripsia, con un paio di interventi per rimuovere i calcoli, con alcune espulsioni avvenute naturalmente, è forse più facile scordarsi il primo amore.
E' un dolore molto difficile da sopportare e come diceva la ginecologa che fece nascere le mie figlie, "avrei accettato ancora un travaglio da parto ma non una colica renale in più, nella mia vita".
L'American College of Physicians (ACP), che è la più grande organizzazione di specialità mediche e il secondo più grande gruppo medico negli Stati Uniti, con oltre 140. 000 medici di medicina interna, e di specialità correlate, e studenti di medicina, ha pubblicato le nuove linee guida sulla prevenzione della reiterazione delle coliche renali.
In queste nuove linee guida basate sulle evidenze di pratica clinica pubblicate fino ad oggi sulla rivista Annals of Internal Medicine, l'ACP raccomanda che le persone che hanno avuto un calcolo renale aumentino la loro assunzione di liquidi per raggiungere almeno due litri di urina al giorno per potere prevenire la formazione di un calcolo renale.
Se una maggiore assunzione di liquidi non riesce a ridurre la formazione di calcoli, l'ACP raccomanda l'aggiunta di un farmaco con un diuretico tiazidico, il citrato, o l'allopurinolo.
Il dottor David Fleming, presidente dell'ACP, ha spiegato che "Una maggiore assunzione di liquidi durante il giorno può diminuire la recidiva di almeno la metà praticamente senza effetti collaterali".
L'esperto ha aggiunto che "le persone che già bevono la quantità raccomandata di liquidi, o quelle per le quali una maggiore assunzione di liquidi è controindicata, non dovrebbero aumentarne la quantità ".
Dalle risultanze scientifiche, secondo l'ACP non è emersa alcuna differenza tra l'uso dell'acqua del rubinetto rispetto ad una qualunque determinata marca di acqua minerale.
La prova ha indicato, invece, che una diminuzione del consumo di bibite acidificate con acido fosforico, è associato ad un ridotto rischio di recidiva.
Gli autori delle linee guida raccomandano anche cambiamenti nella dieta per prevenire il verificarsi di calcoli renali, tra cui la riduzione di ossalato alimentare, e indicano una serie alimenti che andrebbero evitati quali ad esempio:
- Carne
- Nocciole
- Spinaci
- Tè
- Rabarbaro
- Cioccolato
- Fragole
- Crusca di frumento
- Kiwi
- Bevande gassate con eccezione per quelle a base di frutta e con acido citrico
La calcolosi renale o nefrolitiasi è una condizione clinica caratterizzata dalla formazione di precipitati nel rene.
Quando è formata da cristalli di dimensioni molto ridotte, come granelli di sabbia, prende il nome di renella, ed è formata soprattutto da urati e fosfati.
Un calcolo renale si verifica quando piccoli cristalli nelle urine si uniscono attaccandosi insieme per formare una pietra.
Circa il 13 per cento degli uomini e il 7 per cento delle donne svilupperà un calcolo renale durante la loro vita.
Gli studi dimostrano che il tasso di recidiva di calcoli renali entro cinque anni dalla prima una pietra passa dal 35 al 50 per cento senza trattamenti.
La distribuzione per sesso. E' più frequente nel sesso maschile che nelle donne, e può o meno essere sintomatica e spesso vengono scoperti per caso durante una radiografia di controllo.
Altre volte, purtroppo, un dolore acuto e violento, la colica renale, segnala prepotentemente la loro presenza.
In base alla composizione chimica si distinguono diversi tipi di calcoli, ognuno dei quali richiede un approccio terapeutico differente, quelli formati da:
- Ossalato di calcio (40%)
- Fosfato di calcio (15%)
- Ossalato e fosfato (15%)
- Acido urico (10%)
- Misti (acido urico e calcio) (10%)
- Fosfato ammonio-magnesiaco (8%)
- Cistina (2%)
Antonio Luzi
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11 novembre 2014