Legge corretta su caso Englaro
E' quanto si legge nella relazione del presidente della Corte d'Appello del capoluogo lombardo
La Corte d'Appello di Milano, nel decidere sul cosiddetto caso Englaro "non ha invaso territori altrui". E' quanto si legge nella relazione del presidente della Corte d'Appello del capoluogo lombardo, Giuseppe Grechi, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario milanese.
"Qui dobbiamo solo ribadire - scrive il magistrato - che in uno Stato di diritto il giudice non può rifiutare una risposta, per quanto nuova o difficile sia la domanda di giustizia che gli viene rivolta e che, per altro verso, nel cercare la risposta, deve mantenere un atteggiamento di genuina umiltà e un costante ancoraggio ai principi della Costituzione".
Costituzione che "è fondata sulla separazione dei poteri per cui un potere non può interferire in un altro" e, ricorda Grechi, "né il potere esecutivo né quello legislativo possono porre nel nulla le sentenze definitive".
Nei mesi scorsi la Corte d'Appello di Milano aveva decretato che il padre di Eluana può chiedere la sospensione delle cure che tengono in vita la figlia.
E i "provvedimenti - dice ancora Grechi - non si giudicano, si impugnano". Nella sua relazione Grechi ha ricordato poi come la Corte Costituzionale, la Corte di Cassazione e la Corte europea dei diritti dell'uomo "hanno già confermato la correttezza dell'operato" dei magistrati milanesi nella vicenda Englaro
Pagina pubblicata il 01 febbraio 2009