Studio internazionale su terapia tipo 1
Sconfiggere il diabete mellito di tipo 1 senza ricorrere al trapianto: è l'obiettivo del progetto internazionale Defend-1, di cui l'università Campus Bio-Medico di Roma, che ha reclutato il primo paziente in Italia, è centro di coordinamento italiano.
Per questa malattia autoimmune, che distrugge le cellule del pancreas produttrici di insulina, si registrano ogni anno nel nostro Paese circa tremila nuovi casi nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni.
Proprio i malati di diabete di tipo 1 over 18 che hanno appena ricevuto la diagnosi, sono l'obiettivo dello studio internazionale che provvede l'uso dell'otelixizumab, un anticorpo monoclonale, cioè a bersaglio specifico, in grado di regolare i linfociti responsabili dell'attacco alle cellule che producono l'insulina.
Il laboratorio di endocrinologia e malattie metaboliche del Campus Bio-Medico di Roma, diretto da Paolo Pozzilli, lavorerà in collaborazione con altri centri di ricerca universitari e ospedalieri italiani. Tra questi: l'università 'Sapienza', l'università Cattolica del Sacro Cuore, gli ospedali Pertini e San Camillo (a Roma), il Polo Pontino della Sapienza (a Latina), l'ospedale San Raffaele di Milano e le università di Bari e di Palermo.
"Il diabete di tipo 1 - spiega Pozzilli - genera, come per le allergie, una risposta iperattiva dell'organismo umano: in soggetti predisposti geneticamente, alcuni linfociti e autoanticorpi distruggono le beta-cellule, produttrici di insulina". Il protocollo avviato "verificherà il funzionamento di speciali cellule immunitarie regolatrici, prodotte dall'organismo stesso grazie all'otelixizumab.
Questa terapia dovrebbe colpire e neutralizzare i linfociti alterati, preservando le beta-cellule sane ancora presenti nei pazienti che hanno da poco ricevuto una diagnosi. In questo modo, contiamo di ottenere anche un certo recupero funzionale delle cellule danneggiate ma che ancora producono insulina". La ricerca raccoglierà informazioni sulla sicurezza e l'efficacia dell'utilizzo del farmaco nell'arco di 2 anni ed è il frutto di 10 anni di studi internazionali. I pazienti interessati a ulteriori informazioni sui centri universitari e ospedalieri che partecipano alla sperimentazione possono contattare il numero verde 800984449.
Pagina pubblicata il 16 marzo 2009