Fruendo-Mps: la questione approda in Parlamento, presentate due interrogazioni
Presentate due interrogazioni alla Camera, una dall'On. Giovanni Paglia e l'altra dall'On. Stefano Fassina (Sinistra Italiana), in merito alla vicenda legata all'esternalizzazione di 1.066 dipendenti Mps.
Ce ne occupammo già sul finire del 2013 quando alcune donne, lavoratrici Mps, ci contattarono raccontandoci le loro preoccupazioni che poi dai 1° gennaio 2014 sono diventate realtà.
In quella data, infatti, 1.066 lavoratori del Mps sono stati esternalizzati grazie ad una presunta cessione di ramo d'azienda, per passare alla Fruendo Srl, una società costituita dall'azienda senese Bassilichi (60%) e dalla Accenture (40%).
In questi tre anni e mezzo, oltre 600 lavoratori hanno portato avanti in vari tribunali d'Italia una battaglia legale che li ha visti vittoriosi in ben 18 sentenze, tre della quali di secondo grado. Tutte hanno dato ragione ai ricorrenti dichiarando la illegittimità e la nullità della cessione del ramo d'azienda. In sintesi, ad oggi, quasi tutti i lavoratori ceduti che hanno impugnato il provvedimento hanno in mano una sentenza, di primo o secondo grado, che dispone il reintegro in Mps.
In questi giorni, quelle stesse donne ci riferiscono sullo stato dell'arte, che è tutt'altro che incoraggiante: "Il Mps fa finta di nulla", raccontano.
Tuttavia, qualcosa si muove. La politica entra nella questione con due interrogazioni depositate alla Camera dei Deputati da Sinistra Italiana il 7 giugno scorso. "Non possiamo che ringraziare Stefano Fassina e Giovanni Paglia per la sensibilità dimostrata nei confronti di questo nostro problema - ci raccontano le donne - si sono immediatamente attivati assicurandoci di seguire la vicenda".
Ecco quindi le due interrogazioni al Ministro dell'economia e delle finanze ed al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Leggendole, si capisce come la vicenda non riguardi solo i lavoratori esternalizzati, ma anche i cittadini che pagano le tasse.
Vi si legge, infatti, che dopo le numerose sentenze a sfavore, "il Mps non possa più tergiversare - come riferito da Riccardo Bolognesi, uno dei legali dei lavoratori - proseguire nella vertenza potrebbe costituire un pericolo per le casse di Mps". Il legale si riferisce ad azioni risarcitorie nei confronti della banca se non dovesse avvenire il reintegro.
In sintesi, lo Stato dirotterà svariati miliardi di euro per salvare il Mps, e parte di questi soldi come verranno spesi? In spese legali? Secondo quanto dichiarato dall'ad Marco Morelli nell'ultima assemblea degli azionisti Mps, tenutasi il 12 aprile 2017, le spese legali sostenute fino ad oggi dalla banca per le cause dei dipendenti relative alla vicenda Fruendo, "sono state pari a circa 1,871 mln" (ma le donne ci dicono che mancano alcune sentenze, per cui la cifra dovrebbe aver superato i 2 mln).
Se alle spese legali si aggiungono quelle derivanti dalle azioni risarcitorie paventate dal legale, e ricordiamo che si parla di centinaia di lavoratori, è legittimo chiedersi in che modo vengano messi a rischio i soldi dei cittadini.
Ecco infatti che in una delle interrogazioni si legge: "l'attuale posizione del Ministero dell'economia e delle finanze, già primo azionista e prossimo all'acquisizione della grande maggioranza della società, lo mette nelle condizioni di intervenire presso i vertici aziendali perché diano rapida e positiva soluzione alla vertenza".
Infine l'interrogazione termina con un proposta di buon senso che chiede: "se non si ritenga di dover assumere al più presto ogni iniziativa di competenza per la reintegra dei lavoratori Fruendo ex MPS nell'istituto senese, così da gestire la difficile partita della riorganizzazione aziendale sulla base di dati certi sull'organico e in assenza di cause pendenti".
Siete fiduciose? chiediamo alle donne. "Staremo a vedere - rispondono - vedremo se i ministri interessati tuteleranno i diritti dei lavoratori e quelli dei contribuenti che certo non amano che i soldi delle tasse siano buttati dalla finestra". "Da parte nostra - concludono - rinnoviamo il nostro apprezzamento per l'impegno di Paglia e Fassina, gli unici ad averci dato ascolto. In merito al Mps, se ignorerà le ragioni del buon senso, ci troverà all'appuntamento in Cassazione".
13 giugno 2017