Legge 40 ancora bocciata, Tribunale Roma dice sì alla diagnosi pre-impianto per coppie fertili a carico del Ssn
Sentenza importante del tribunale di Roma che consente ad una coppia portatrice di fibrosi cistica di accedere alla diagnosi pre-impianto con i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale.
La coppia è fertile ma ha già un figlio malato di fibrosi cistica. Così il desiderio è quello di ricorrere alla fecondazione assistita, una pratica che consente ai due coniugi di evitare, in vista di una seconda gravidanza, di avere un secondo figlio affetto dalla stessa patologia.
In un altro Paese sarebbe semplice, ma in Italia la questione era piuttosto complicata perché la legge, la famigerata legge 40, vieta la diagnosi preimpianto se la coppia è formata da genitori fertili.
L’importanza della sentenza, che dà un’altra picconata alla legge 40, sta nel fatto che disapplica quanto previsto dalla legge stessa applicando invece una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. In questo modo è venuta meno anche la necessità di un intervento della Corte costituzionale.
I due coniugi avevano infatti presentato un ricorso proprio ai giudici di Strasburgo che nel febbraio scorso hanno riconosciuto, dando loro ragione, che la legge 40 viola i diritti della coppia.
Così dopo la sentenza Costa-Pavan, viene riconosciuto il diritto “ad ottenere l'assistenza del Sistema sanitario nazionale per la fecondazione assistita e per l'effettuazione della diagnosi preimpianto", ha spiegato il legale dei coniugi, Nicolò Paoletti.
Che per la prima volta un tribunale italiano disapplichi la legge 40 e aggiri ogni ostacolo facendo propria una sentenza dei giudici di Strasburgo non può che far piacere.
La Corte europea dei diritti dell'uomo aveva bocciato la legge 40 perché “incoerente” nella parte che vieta la diagnosi preimpianto sugli embrioni.
Così lo Stato italiano era stato condannato a versare ai due genitori ricorrenti 15 mila euro a titolo di risarcimento per i danni morali subiti e 2.500 euro per le spese legali.
Ora la legge 40 subisce un altro pesante colpo (il diciannovesimo), una legge ritenuta opprimente e contro la salute delle donne. Una legge dello Stato che in sostanza dice alla donna: non puoi sapere se l'embrione è malato, sei obbligata a fartelo impiantare e poi, se è "difettoso", puoi abortire.
La scienza ha fatto passi avanti e offre la possibilità di evitare di mettere al mondo un figlio malato di fibrosi cistica, una malattia che riduce considerevolmente qualità e aspettativa di vita.
Ora in Italia sarà possibile, per una coppia portatrice della malattia, anche se fertile, ricorrere alla diagnosi pre-impianto. E tutto a spese dello Stato.
Qui Italia, Europa, terzo millennio. Quanto imbarazzo.
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Antonio Luzi
Pubblicato 27/9/2013