H1N1: Fazio, buona l'adesione medici a vaccino
Non è così bassa, secondo il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, l'adesione dei medici italiani alla vaccinazione anti-H1N1. Si parla del 40%, un dato "molto più alto rispetto al 20% che registriamo normalmente contro l'influenza stagionale".
Ieri a Milano, a margine del congresso della Società italiana di ematologia (Sie), Fazio sottolinea che per convincere i camici bianchi a fare l'iniezione 'scudo' "non intendo assolutamente insistere. I medici hanno tutta la mia stima e sono perfettamente in grado di decidere che cosa fare".
Tuttavia, il viceministro ammette che "forse anche da parte nostra non sono state sufficientemente comunicate le motivazioni per cui è consigliabile che la classe medica si vaccini contro la nuova influenza". Fazio ripete dunque le ragioni della campagna.
Primo "noi vogliamo stroncare il virus al più presto, perché in una pandemia il pericolo è la ricircolazione del virus, che può causare poi eventuali mutazioni con maggiore aggressività" del microrganismo stesso.
"Per chiudere rapidamente la fase di picco, però - ripete il viceministro - abbiamo bisogno dei medici. Già oggi (ieri, ndr), a Roma, ci sono state pressioni sugli ospedali e per questo bisogna ripetere che il primo trattamento contro il virus non va fatto in ospedale, ma rivolgendosi al medico di famiglia. Ecco perché sarebbe utile che, al momento del picco, i medici di medicina generale non fossero malati".
La seconda buona ragione perché i camici bianchi si vaccinino, aggiunge il viceministro, è che "in alcuni casi sono possibili complicanze respiratorie che vengono gestite nei reparti di pneumologia e di terapia intensiva. E anche in questo caso - conclude - sarebbe auspicabile che a fine anno, nella fase di picco, questi medici siano disponibili".
Pagina pubblicata il 19 ottobre 2009