Tumore al cervello dopo 7 ore al giorno per 20 anni di cellulare, Guariniello indaga
Cellulare e presunti danni alla salute ancora in primo piano. Fa l'autotrasportatore, ha 45 anni e per 20 anni ha usato il cellulare per sette ore al giorno, lunghe telefonate della durata di almeno 10 minuti, mai con il vivavoce o l'auricolare e la notte il telefonino sempre acceso, in carica a pochi centimetri dalla testa.Un giorno ha cominciato a non riconoscere le persone e ad avere difficoltà nel portare a termine le azioni più comuni. I medici gli diagnosticarono un glioblastoma, un tumore al cervello.
Un tipo di tumore individuato nel 2011 dalla Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori, come possibile conseguenza dei campi elettromagnetici di radiofrequenza.
La segnalazione approda alla procura di Torino, sul tavolo del procuratore Raffaele Guariniello che ha aperto un'inchiesta e ha disposto le perizie necessarie.
Da anni si dibatte sui possibili danni da uso del cellulare e il caso dell'autotrasportatore è il primo che potrebbe mettere in relazione l'uso intenso del telefonino con il tumore al cervello.
Precauzioni, raccomandazioni, suggerimenti. Per proteggere dai possibili danni sono scese in campo autorità scientifiche nazionali e internazionali.
Il Consiglio Superiore di Sanità (Css) in Italia e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in assenza di correlazioni accertate tra uso del cellulare e danni al cervello, si sono limitati a segnalare una semplice precauzione, quella di ridurre l'uso prolungato del telefonino senza auricolare o vivavoce, soprattutto nei bambini.
Ora Guariniello indaga per fare chiarezza su questo aspetto che divide anche la comunità scientifica internazionale. I tipi di tumore "indagati" sono il glioma e il neurinoma acustico che interessano le funzioni dell'udito e dell'equilibrio.
Il caso dell'autotrasportatore torinese potrebbe essere il cosiddetto "paziente zero" e la procura cercherà di appurare il tempo di uso intenso del cellulare necessario a procurare la malattia.