Salute: con la crisi gli italiani stanno peggio, più obesi e depressi
Con la crisi si tagliano le spese, soprattutto quelle legate alla salute. Per risparmiare si mangia male rinunciando alla qualità dei cibi e non si fa attività fisica, ma aumenta l'utilizzo degli antidepressivi.
La fotografia degli italiani che emerge dal Rapporto Osservasalute 2011 è preoccupante. La salute è a rischio e sembra proprio che il motivo principale risieda in questo clima di crisi economica che deprime non solo l'umore ma anche la spesa familiare per i pochi soldi a disposizione.
Le prime vittime dei tagli sono la qualità dell'alimentazione e le attività sportive. Frutta e verdura sono un bene di lusso e fanno registrare un calo del consumo quotidiano, rispetto al 2005, da da 5,7% a 4,8%.
I dati raccontano che c'è più verdura nelle mense che in casa e che le famiglie a rischio povertà sono una su quattro.
LA SALUTE
Quella degli italiani nonostante tutto rimane buona anche perché la dieta mediterranea fa ancora sentire i suoi benefici. La popolazione è come se vivesse "di rendita", ma comunque destinata a consumarsi velocemente. Infatti gli italiani sono sempre più grassi il 45,9% (+0,5% nel 2010 rispetto al 2000), più anziani (gli over 75 anni sono il 10% della popolazione) e più malati di patologie croniche.
LA PSICHE
La crisi vuol dire anche incertezza e quest'ultima colpisce la psiche. Ecco quindi l'aumentare dei disturbi. Aumenta così l'uso degli antidepressivi il cui consumo negli ultimi dieci anni è aumentato di ben quattro volte (da 8,18 dosi giornaliere per mille abitanti nel 2000 a 35,72 nel 2010).
I recenti episodi di suicidio sono un brutto segnale. E' vero che l'Italia è ancora tra i paesi a minor rischio, ma nell'ultimo anno preso in considerazione dal rapporto il fenomeno è in crescita (3.733 casi).
Va poi tenuto conto del rischio di un maggior consumo di alcol e droghe che potrebbero aumentare la mortalità.
TAGLI ALLA SANITA'
Certamente la riduzione della spesa sanitaria fa peggiorare la situazione. "Le ultime manovre economiche – commenta Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute - hanno portato al ridimensionamento dei livelli di finanziamento dell'assistenza sanitaria già dal 2012, all'introduzione di ulteriori ticket, a tagli drastici nei trasferimenti alle Regioni e alle municipalità dei fondi su disabilità, infanzia e altri aspetti che vanno a incidere sulla nostra salute".
C'è poi da tenere conto degli sprechi che certamente i tagli alla spesa non risolvono. Sono ancora molti gli interventi medici inappropriati, le liste d'attesa si allungano e le cure non migliorano.
Per quanto riguarda la spesa, il nostro sistema sanitario nel 2010 chiude con un rosso di 2.325 mld di euro. L'Italia spende meno della Germania, la Francia e la Gran Bretagna anche se comunque rimane comunque allineata alla media dei Paesi Ocse.