Nato con la spina bifida, la madre risarcita con 400 mila euro per "mancata informazione"
Il piccolo era nato con la spina bifida, ora il giudice di Bergamo ha condannato gli Ospedali Riuniti a risarcire la madre con 400 mila euro per una diagnosi sbagliata che avrebbe compromesso il "diritto della gestante di interrompere la gravidanza".
Per il giudice della Prima sezione civile del tribunale di Bergamo si è verificata "una mancata informazione" sulle condizioni di salute del feto che non avrebbe consentito alla madre di esercitare l'eventuale diritto di interrompere la gravidanza.
Il tribunale ha respinto le tesi portate avanti dagli Ospedali Riuniti e dai familiari del medico che aveva eseguito gli accertamenti diagnostici (deceduto durante la causa) che sostenevano, secondo la sentenza in possesso dell'ANSA, che la donna "quandanche informata non avrebbe verosimilmente optato per l'interruzione di gravidanza sia perché la nascita del figlio era attesa e desiderata da tempo", sia perché la madre avrebbe dichiarato al consulente tecnico del giudice di "non sapere che cosa avrebbe fatto ove fosse venuta a conoscenza della deformazione fetale".
Ma per il giudice il diritto di scelta va considerato "ex ante e non ex post", inoltre il magistrato ha respinto la tesi della difesa dell'ospedale che sosteneva che per poter procedere all'interruzione di gravidanza era necessaria la sussistenza delle ipotesi previste dalla legge 194 che in Italia regola l'aborto.
Per il giudice, invece, era sufficiente l'ipotesi del "grave pericolo per la salute psichica della donna", una condizione richiesta dalla legge per l'aborto terapeutico.
La spina bifida è uno dei difetti del tubo neurale e si verifica per la mancata chiusura di quest'ultimo. In questo caso una parte del midollo spinale esce al di fuori della colonna vertebrale.
La conseguenza è che i nervi deputati al buon funzionamento della parte inferiore del corpo restano gravemente danneggiati.
Il bambino con spina bifida va quindi incontro ad una debolezza muscolare che può essere di diversa entità fino ad arrivare, nei casi più gravi, alla paralisi degli arti inferiori e alla difficoltà a controllare feci e urine.
Vi sono casi in cui si può formare una concentrazione di liquido nel cervello (idrocefalo) che può essere la causa di un danno cerebrale.
In sintesi, la spina bifida può procurare danni di diversa entità, ma le malformazioni conseguenti sono comunque importanti e chiaramente influenzano in modo pesante la vita del bambino.
Oltre alla spina bifida, i principali difetti del tubo neurale sono l'anencefalia e l'encefalocele. In Italia si monitora l'incidenza dei casi attraverso diversi registri i cui dati indicano una frequenza di difetti del tubo neurale intorno ad un caso ogni 1.300 gravidanze. In sostanza, circa 400 casi l'anno di malformazioni di questo tipo (comprese le gravidanze volontariamente interrotte dopo una diagnosi precoce e gli aborti spontanei).
Oltre alla diagnosi precoce, eseguita con esame ecografico del feto e/o amniocentesi, si può fare certamente prevenzione assumendo l'acido folico prima e durante la gravidanza. In quest'ultimo caso la stima è quella di una riduzione di circa il 50% dei casi che si verificano ogni anno.
IN ARGOMENTO:
Malformazioni fetali, come ridurre il rischio
17 ottobre 2013