Influenza, calano le vaccinazioni e aumentano i malati a letto
A lanciare l’allarme è la Società Italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SITI), che parla di un calo consistente della copertura vaccinale negli ultimi 10 anni, il 15% circa, a cui corrispondono annualmente oltre 90.000 casi di influenza in più rispetto agli anni precedenti.
I risultati di uno studio fatto dalla SITI nella Regione Liguria, mostrano che per ogni punto di riduzione percentuale di copertura vaccinale, ci sono circa 160 casi di influenza fra gli over 65enni.
Questo dato, se rapportato alla popolazione nazionale, si traduce appunto in 90.000 casi di influenza annuali, con aumento ovviamente delle complicazioni, delle ospedalizzazioni e dei decessi.
Inoltre un caso di influenza in un soggetto di oltre 65 anni costa, da un punto di vista strettamente economico, circa 1200 euro, ovverosia oltre 100 milioni di euro alla comunità nazionale.
Secondo la SITI una delle possibili cause di questa riduzione può essere ricercata nella decisione che ha preso l’AIFA, l’Agenzia Nazionale che si occupa dei farmaci, di sospendere in via cautelativa, nell’Ottobre del 2012, i vaccini antinfluenzali commercializzati dalla Novartis.
Tale decisione venne presa in un momento in cui la campagna influenzale stava partendo e la decisione del ministero, che provocò il ritiro di quasi mezzo milione di dosi, fu probabilmente interpretata erroneamente dai cittadini italiani i quali pensarono che il vaccino potesse fare male.
Ed invece quei vaccini vennero ritirati perché era stata la Novartis stessa ad avere riscontrato, durante l’estate nel momento in cui si preparano i vaccini, delle anomalie su alcune partite.
In alcune fiali era stata osservata la presenza di “aggregati proteici”, cioè (semplificando) di piccoli grumi sospesi nella soluzione del vaccino che al momento dell’iniezione avrebbero potuto portare a effetti indesiderati.
Questa quindi potrebbe essere la spiegazione del perché l’anno passato c’è stata, in parte, una diminuzione delle vaccinazioni.
A ciò si è sommato probabilmente, come scrivemmo a suo tempo che “ancora oggi c’è una parte della popolazione che non è convinta dell’uso del vaccino ed ha paura delle possibili complicazioni”, o ancora crede che il vaccino possa provocare malattie gravissime come l’autismo.
E’ invece indispensabile, secondo l’opinione generale della comunità scientifica, sostenere le vaccinazioni, inclusa quella antinfluenzale, valutando accuratamente, in prospettiva, se valga la pena di abbassare l’età minima per accedere alla vaccinazione gratuita dagli attuali 65 anni a 60 anni, età nella quale circa l’80% dei soggetti tra i 60 ed i 64 anni, presentavano condizioni di salute per le quali la vaccinazione sarebbe raccomandabile.
Antonio Luzi
Pubblicato 8/11/2013
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