Il 63% dei malati cronici italiani a rischio di licenziamento
Ciò che emerge dal XII Rapporto nazionale sulle politiche che intervengono sulle problematiche della cronicità, presentato oggi a Roma dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva, è un quadro preoccupante che sembra aggiungere un altro tassello negativo ad un Paese già pieno di problemi.
Fra le persone che hanno una patologia cronica invalidante ben il 63% ha ricevuto segnali o avvisi di essere prossimi al licenziamento o che il loro rapporto lavorativo, a causa delle "assenze" legate alla loro patologia cronica, rischia di non essere rinnovato.
I famigliari che invece assistono i parenti con patologie croniche hanno anch'essi, nelle percentuale del 41%, ricevuto gli stessi avvisi.
C'è inoltre una evidente difficoltà nell'usufruire di permessi retribuiti o congedi ed il 49% delle persone con patologie croniche nasconde la propria patologia sul posto di lavoro o sceglie lavori non adatti a loro per non incorrere in rischi di licenziamento.
L'indagine svolta da Cittadinanza Attiva, mostra inoltre che in media una persona con patologia cronica ed invalidante deve ogni anno affrontare spese rilevanti per l'assistenza socio sanitaria, spendendo circa 1.000 euro l'anno per poter avere visite o esami a domicilio, circa 3.800 euro per riadattare la propria casa alle nuove esigenze dovute all'invalidità ed infine circa 1.600 euro l'anno per la cosiddetta prevenzione terziaria.
L'80% dei soggetti invalidi non riesce a pagare queste cifre e rinuncia ad una serie di cose necessarie come l'avere una badante, l'acquisto di protesi, o di farmaci che il Sistema Sanitario Nazionale non passa.
L'indagine mostra che l'assistenza sociosanitaria costa e non si può rischiare di perdere il posto di lavoro e che il 54% dei pazienti ritiene troppo pesante o oneroso il carico assistenziale non garantito dal Servizio sanitario nazionale (SSN).
Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici di Cittadinanzattiva, afferma che "non possiamo accettare che per fare cassa si continui a smantellare il Ssn o peggio ancora a svendere i diritti dei cittadini alla salute, al lavoro e all'inclusione sociale".
Le associazioni dei malati cronici chiedono inoltre al governo e al Parlamento di eliminare, "a partire dalla legge di stabilità in discussione", l'insopportabile misura prevista dalla legge n. 214 del 2011 e dal nuovo regolamento Isee secondo cui i trattamenti assistenziali come indennità di invalidità civile e di accompagnamento sono considerati fonti di reddito e quindi da considerare nel computo dei redditi familiari.
Chiediamo inoltre al Governo e alle Regioni - aggiunge Aceti - di avviare un confronto anche con le associazioni di cittadini e di pazienti sia sul Patto per la salute, sia sulla prossima spending review, che rappresentano le vere partite per il nostro Servizio sanitario nazionale.
Non vorremmo infatti rischiare che queste misure possano comportare un'ulteriore compressione delle tutele e dei diritti.
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13 dicembre 2013