Ddl Brunetta, un ritorno al passato
"Il Ddl Brunetta definitivamente approvato oggi (ieri ndr) dal Parlamento, con il solo voto della maggioranza, rappresenta per i medici e i veterinari pubblici un ritorno al passato. Si colpiscono i servizi pubblici, chi vi opera e i cittadini".
Ad affermarlo è il segretario nazionale della Cgil medici, Massimo Cozza, che commenta così l'approvazione da parte del Senato, in via definitiva, del disegno di legge sulla riforma del pubblico impiego.
"I dirigenti medici - sottolinea in una nota Cozza - dovranno rispondere a leggi e leggine, proposte dal ministro della Funzione Pubblica di turno, senza avere alcuna voce in capitolo attraverso le loro legittime rappresentanze sindacali.
E' la rivincita dell'asse lobby e politica. Basti pensare - aggiunge il numero uno della Cgil medici - all'anticipo che abbiamo avuto con la norma 'ad personam' con la quale il ministro Brunetta voleva escludere dalla rottamazione unicamente i primari ospedalieri". Cozza riscontra comunque qualche motivo di soddisfazione dalla nuova legge.
"Solo grazie alla nostra battaglia e alla nostra denuncia - spiega - siamo riusciti a garantire a tutti i dirigenti medici e veterinari di non essere più rottamati, avendo introdotto nella legge la clausola dei 40 anni di servizio effettivo.
Così come abbiamo sconfitto Brunetta con l'esclusione dalla legge del vincolo per la dirigenza del Servizio sanitario nazionale di destinare il 30% della retribuzione al risultato. Queste due vittorie - conclude - nulla tolgono al nostro giudizio negativo di questa vera e propria controriforma, che contrasteremo, insieme a tutta la Fp Cgil e la Cgil, in tutte le sedi".
Pagina pubblicata il 25 febbraio 2009