App per medici? Si, ma serve esperienza sul campo
Ogni tanto qualcuno ci chiede: ma come fareste quello che dite? raccontateci in pratica. Ecco, l'altro giorno ho visto che è stata preparata da un eccellente istituto sanitario italiano una app sulle malattie infettive in gravidanza.
Servirebbe ai medici per avere informazioni accurate sulle malattie che una donna può prendere in gravidanza e sui problemi che possono dare.
Ora certo che non possiamo non essere favorevoli a una simile lodevole iniziativa.. ma.. ma..
Ma una donna in gravidanza non ha bisogno che il suo medico/ginecologo/ostetrica per quanto bravi e volenterosi si improvvisino esperti di malattie infettive in gravidanza leggendo cosa dice l'app. Non esiste una app che possa soppiantare la formazione sul campo, in medicina.
Per fare queste consulenze ci vogliono medici, infettivologi (meglio), pediatrici, pediatri o ginecologi che lavorino in un ambulatorio di malattie infettive. Che abbiano visto un collega 'anziano' fare consulenza. Che abbiano fatto pratica ascoltando e vedendo centinaia di casi, di analisi, di colloqui in cui intorno alla donna, alla coppia, alla persona, si deve sviluppare un'attività complessa e di grandissima esperienza sanitaria e umana. E che necessiterebbe anche di psicologi formati alla bisogna. Non certo trovati sull'elenco e pagati con un bonus statale.
Come può tutto questo essere sostituito da una app, per quanto eccellente!?
La soluzione?
Sul sito di ogni ASL ci dovrebbe essere alla voce "gravidanza" il telefono, l'indirizzo, la possibilità di essere visitati e ascoltati entro 24/48 ore da un servizio pubblico di alta specializzazione.
La medicina è un'attività complessa e il suo 'sapere' tecnico non può essere svincolato da competenze che si creano guardando chi lavora e imparando a lavorare stando a lungo insieme a chi sa, sa fare, ha studiato e ha esperienza. Non solo nella chirurgia, ma in tutte le branche.
Smantellare la complessità della medicina trasformandola in un prestazionificio in cui tutti i gatti sono grigi, e 'una visita' è uguale a qualunque altra 'visita', fa del male alle persone e non consente di avere una assistenza di qualità.
Vogliamo una sanità pubblica di qualità, come solo la sanità che non fa profitto può esserlo.
28 ottobre 2022