Perchè la morte di Valentina Milluzzo non sia inutile
Ci ho messo un po' a trovare la voglia di scrivere una cosa estesa sulla condanna dei ginecologi del Cannizzaro per la morte di Valentina Milluzzo.
In questi sei anni ho condiviso, insieme alla mia famiglia, come si poteva, il dolore e lo stupore per questa morte. Abbiamo condiviso come meglio sapevamo il dolore di una famiglia che si comportava bene, si organizzava, era sicura di essere "competente" e che invece ha subito una immensa violenza nel non poter sapere, dal primo all'ultimo giorno, che la loro amatissima figlia non veniva curata "in scienza e coscienza" secondo i dettami della medicina, ma secondo una religione che considera che non si possa abortire mai, a costo della vita della donna.
Alla fine sono stati condannati i quattro medici delle ultime 48 ore, quelli che non sono intervenuti "d'urgenza", di fronte ai sintomi della setticemia, e aspettiamo la pubblicazione della sentenza per leggere bene perchè. Ma dobbiamo ricordarci che nessuno di quelli assolti nei giorni precedenti, primario compreso, hanno nemmeno pensato di parlare dei rischi, a lei o alla sua famiglia, perchè c'erano i battiti.
Non serve l'approvazione della proposta di legge del senatore Gasparri, perchè nei nostri ospedali si anteponga la presenza del cuore pulsante di un embrione o di un feto alla vita di una donna. Basta il feroce "common sense" che la gerarchia cattolica ha diffuso fra i medici, spesso anche fra i non obiettori, per cui non si può "curare" una donna con l'aborto, ma soprattutto non le va detto che la cura sarebbe l'aborto.
Abbiamo altre due morti sospette. Una ragazza somala in Puglia a luglio e la ragazza sarda, pochi giorni fa. Loro più al limite della sopravvivenza fetale, tanto è vero che la figlia della ragazza sarda è sopravvissuta alla morte della madre.
Quando è morta Valentina io lo stesso giorno scrissi "l'hanno ammazzata", e sua sorella mi scrisse "lei lo capisce?" "certo che lo capisco, è come se le avessero sparato".
Adesso aspettiamo la pubblicazione della sentenza, e quando ci sarà proviamo a diffonderla a tutti i punti nascita di questo disgraziato paese.
Cari colleghi, cari direttori sanitari, cari direttori dei punti nascita, qualcuno è stato condannato per non aver estratto i feti provocando la morte di una donna. Come va nel vostro punto nascita? Ve lo ricordate che le donne hanno diritto di scegliere se rischiare di morire di gravidanza o se liberamente possono scegliere di essere anteposte al feto? Loro potrebbero morire di questo ma voi essere condannati. Ecco.
Perchè la morte di Valentina non sia inutile, ma perchè da essa nasca la salvezza per altre.
29 ottobre 2022
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Qui il video con l'intervista al papà e alla sorella di Valentina: