Operatrice del call center perde la voce dopo 9 anni al telefono, indaga la procura
Ha lavorato per nove anni in un call center, tutti i giorni senza interruzioni. La donna di Torino non riesce più a parlare ed è parere dei medici che si tratti di disfonia.
Il call center miete le sue vittime. In questo caso si parla di un'operatrice torinese di 41 anni che per nove anni ha risposto a raffica con cuffia e microfono alle domande degli utenti.
Per i medici delle Molinette si tratta di disfonia e dopo averla visitata hanno inviato una segnalazione alla procura di Torino.
Ad occuparsi del caso è ora Raffaele Guariniello, il magistrato sempre in prima linea nel tutelare la sicurezza dei luoghi di lavoro. È stato aperto un fascicolo che per ora rimane contro ignoti.
La magistratura dovrà verificare se i problemi vocali della lavoratrice sono da annoverare tra le malattie professionali. Se così fosse occorrerà individuare soluzioni adatte che potrebbero portare ad un cambiamento importante su tempi di lavoro o intervalli tra telefonate o qualsiasi regolamentazione che serva a tutelare la salute dei lavoratori.
Il caso della signora di Torino è il primo tra chi lavora nei call center. Finora i problemi vocali sono stati riscontrati in quelle professioni che fanno un importante utilizzo della voce, ad esempio gli insegnanti.
Tra gli operatori dei call center sono già noti invece disturbi legati allo stress, quello che viene chiamato "Burn out" e che interessa soprattutto le persone che fanno un lavoro di aiuto.
Il problema non è certamente da sottovalutare se si considera che in Italia sono circa 400 mila le persone che lavorano in questo settore.
I tre quarti sono donne e per una retribuzione oraria che varia tra i cinque e i sette euro, rispondono senza soluzione di continuità alle telefonate degli utenti.
18 maggio 2012