Vanessa: il fidanzato l'ha uccisa per aver pronunciato il nome del suo ex
Vanessa aveva vent'anni, è stata uccisa dal suo convivente che ne aveva 34 per aver pronunciato il nome del suo ex fidanzato. L'uomo ha confessato il delitto per gelosia credendola ancora viva.
Questo è l'ennesimo caso di violenza contro le donne. Dall'inizio dell'anno ne sono state uccise 50, e l'assassino è sempre lo stesso, il marito, il fidanzato, il compagno.
50 donne uccise nei primi quattro mesi del 2012, 50 omicidi quasi tutti compiuti da compagni, mariti o ex fidanzati. L'ultimo ad Enna, Vanessa aveva vent'anni e la sua colpa è stata quella di aver pronunciato il nome del suo ex fidanzato in un momento di intimità.
Un errore ingenuo che le è costato la vita. Il suo assassino, l'uomo che diceva di amarla, sotto l'effetto della cocaina le ha stretto un cavo elettrico al collo, poi l'ha soffocata con uno straccio imbevuto di candeggina, l'ha avvolta in un lenzuolo e l'ha gettata da un cavalcavia con un sacco di spazzatura.
Azioni pensate, fatte con la rabbia di chi confonde l'amore con il possesso. Difficile credere ad un raptus omicida, la gelosia o la follia per amore.
Chissà se Vanessa si era accorta che il suo fidanzato era un potenziale assassino. Chissà se aveva capito che lui la considerava proprietà privata, che la loro relazione era fondata sul dominio e la sopraffazione.
Solamente una donna su 10 trova la forza di denunciare le violenze subite.
Lui, Francesco, ha 34 anni e dopo un lungo interrogatorio ha confessato tutto. La polizia gli ha detto di aver trovato Vanessa viva. Lui è scoppiato a piangere, "non è possibile - avrebbe detto - ho fatto una fesseria, non può tornare più".
Se ti serve aiuto: Centri antiviolenza
28 aprile 2012