Salute, Garattini: la sperimentazione su animali è una necessità
Roma, 11 Aprile 2012 – Il Prof. Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negri' nel corso dell'audizione, che si è tenuta presso la 14° Commissione del Senato, riguardante il recepimento della legge comunitaria sull'utilizzo degli animali nella sperimentazione scientifica, a fronte degli emendamenti approvati dalla Camera dei Deputati, ha sottolineato 3 punti da Lui ritenuti particolarmente importanti.
Il primo riguarda l'orientamento della comunità scientifica internazionale, secondo il quale il ricorso agli animali nella sperimentazione scientifica rimane a tutt'oggi una necessità. Nel corso degli ultimi cento anni, su 98 premi Nobel assegnati per la Medicina e Fisiologia, 75 erano basati su ricerche che coinvolgevano animali.
Basti pensare a quello assegnato nel 2008 per le ricerche sull'HIV e l'HPV o a quello del 2005 sull'Helicobacter o a quello del 2010 per le ricerche sulla fecondazione in vitro e il trasferimento di embrioni.
E' del tutto ovvio che gli animali sono dei modelli, ma rappresentano delle approssimazioni necessarie che non possono essere garantite dalla sperimentazione in vitro. La sperimentazione clinica è la tappa successiva agli studi sulle cellule e negli animali per stabilire gli effetti benefici e tossici non solo dei farmaci ma anche dei dispositivi medici (pace-maker, defibrillatori, organi artificiali, stent, ecc.) e dei componenti nutrizionali.
Questo è il percorso che garantisce al paziente di ricevere un trattamento il più possibile sicuro che non sia causa di ulteriore peggioramento delle sue condizioni.
Il secondo riguarda la tutela del benessere degli animali. L'Italia è uno dei Paesi più avanzati da questo punto di vista. La legislazione italiana, tra le più severe del mondo, prevede che debbano essere adottate tutte le precauzioni affinché sia evitata qualsiasi sofferenza agli animali che entrano in sperimentazione.
Va detto inoltre che un animale che soffre è fonte di risultati non attendibili: quindi è nell'interesse del ricercatore stesso studiare animali in condizioni ottimali. Impedire l'allevamento in Italia di animali (cani, gatti e scimmie) destinati alla sperimentazione scientifica, significa solo spostare il problema altrove, diminuendo le capacità di controllo sulle condizioni di vita degli animali assicurate dalla legge italiana e, soprattutto, dagli organi ispettivi che esercitano controlli frequenti e rigorosi.
Terzo, ma non meno importante, riguarda l'armonizzazione delle normative a livello europeo. Vale il principio generale per cui l'atto di recepimento non può introdurre norme più restrittive, a meno che non siano preesistenti all'approvazione della Direttiva.
Eventuali norme maggiormente restrittive preesistenti possono essere confermate, ma solo nel caso in cui non creino condizioni di disparità rispetto agli altri Stati membri. Non solo: le Direttive UE entrano in vigore indipendentemente dall'emanazione dell'atto di recepimento, e sono pertanto obbligatorie e cogenti. Ne consegue che qualunque norma nazionale in contrasto con la Direttiva sia nulla e vada pertanto disapplicata.
AUDIZIONE INFORMALE
DEL PROF. SILVIO GARATTINI
DIRETTORE DELL'ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE 'MARIO NEGRI'
PRESSO LA 14° COMMISSIONE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA
DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
SU ART. 14 DDL N. 3129 (LEGGE COMUNITARIA 2011)