Ictus, in Italia uno ogni 4 minuti
Un ictus ogni 4 minuti, con 195mila italiani colpiti ogni anno.
E altissimi costi sociali: circa un terzo dei pazienti muore entro il primo anno, mentre un altro terzo subisce un'invalidità permanente, tanto che l'ictus è al primo posto fra le cause di invalidità nel nostro Paese.
Un quadro cupo, quello tracciato dagli esperti riuniti ieri a Milano per presentare la quinta edizione delle linee guida italiane sullo stroke. Ma non senza note positive.
"La migliore gestione dell'ictus sta dando risultati - sottolinea Gian Franco Gensini, della Cattedra di Clinica medica e cardiologica dell'ospedale Careggi di Firenze, presidente dell'Italian Stroke Forum Network e coordinatore delle linee guida 'Spread' - tanto che in 10 anni sono calate del 10 per cento le morti, e altrettanti pazienti superano l'ictus con meno disabilità residua".
Resta però molto da fare, "soprattutto sul fronte della prevenzione e dell'organizzazione ottimale dei percorsi assistenziali - aggiunge l'esperto - In particolare è necessario potenziare le Stroke unit, strutture dedicate a questa patologia, ancora insufficienti in Italia".
Ma come si manifesta un ictus? "Si tratta di un deficit neurologico improvviso, che si verifica quando un vaso sanguigno che alimenta il cervello si rompe o viene ostruito - spiega Augusto Zaninelli, vicecoordinatore generale delle linee guida e docente dell'Università di Firenze - e nel 75 per cento dei casi colpisce dai 75 anni in poi".
Ma non mancano i giovani: in Italia si stimano circa 12.000 casi l'anno tra gli 'under 45. "Si tratta di una patologia molto grave, che per fortuna sta diventando meno fatale, grazie all'intervento precoce - precisa Domenico Inzitari, direttore della Clinica neurologica III-Stroke Unit di Careggi - Negli ultimi anni, infatti, si sono affermate modalità di assistenza e interventi per la fase acuta, che limitano in maniera consistente la mortalità e le gravi conseguenze dell'ictus.
Il ricovero in Stroke unit, aree dedicate alla diagnosi e cura in fase acuta, riesce a ridurre la mortalità e la disabilità grave di circa il 20 per cento".
Alto tasso di fattori di rischio principali non diagnosticati nell'ictus ischemico
Pagina pubblicata il 24 dicembre 2007