Pandemia 1918, il killer forse fu lo pneumococco
A uccidere oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo, 400 mila solo in Italia, durante la pandemia di Spagnola (1918-1919) fu in realtà una superinfezione causata dallo Streptococcus pneumoniae.
E' la conclusione di uno studio curato da Keith Klugman, della divisione di Malattie infettive alla Emory University (Usa), che ne ha parlato venerdì a Roma in occasione del 'Bridging to the Future - Pneumococcal Conjugate Vaccine Summit'. La teoria apre scenari nuovi anche per quanto riguarda l'influenza A.
Klugman e il suo team assicurano di aver identificato quale fu la vera causa della letalità della più grave pandemia che la storia dell'umanità abbia mai registrato.
"Nel 1918 non erano disponibili né vaccini né trattamenti farmacologici efficaci - ha spiega l'infettivologo - mentre oggi gran parte della popolazione è coperta da vaccini contro lo pneumococco, che causa polmoniti, meningiti e altri gravi disturbi.
In un'era di antibiotici e di vaccini probabilmente quella stessa pandemia farebbe molti meno morti".
La ricerca, pubblicata sulla rivista 'Emerging Infectious Diseases' e riportata sul sito dei Centers of Disease Control and Prevention (Cdc) americani, sostiene quindi che a causare gli alti tassi di mortalità dell'epoca non fu tanto l'influenza in sé, quanto una complicanza che sorse in conseguenza della malattia, appunto un'aggressiva infezione dovuta allo Streptococcus pneumoniae.
E quando sarà terminata la nuova pandemia influenzale si potrà dire con sicurezza se i Paesi che vaccinano i bambini contro lo pneumococco, avranno meno morti causati dall'influenza A.
Pagina pubblicata il 15 novembre 2009