Fimmg, concretezza contro aggressioni a medici
«Per arginare il fenomeno delle aggressioni ai medici della continuità assistenziale non servono proclami, ma proposte concrete. Ad esempio, sarebbe necessario trasferire il rapporto fiduciario medico di famiglia-paziente anche ai camici bianchi della continuità assistenziale».
Parola di Silvestro Scotti, segretario nazionale Fimmg (Federazione nazionale medici medicina generale) della continuità assistenziale.Le aggressioni vedono le ex guardie mediche tra le principali vittime. E i numeri sono allarmanti: gli ultimi dati disponibili indicano che circa il 90% dei medici (nel 45% dei casi donne) ha subito almeno un'aggressione.
Secondo Scotti, per risolvere il problema «videocitofofoni, guardie giurate e altri strumenti di sorveglianza, soprattutto in alcune sedi isolate servono a poco.
Quello che serve davvero - sottolinea all'AdnKronos Salute - è che i medici della continuità assistenziale abbiano la conoscenza e la consapevolezza del paziente che hanno di fronte.
Ma per questo è indispensabile avviare una stretta collaborazione tra i medici di famiglia e quelli della continuità assistenziale. Speriamo - conclude Scotti - che in sede di rinnovo contrattuale, una volta chiusa la parte economica, si affrontino questi problemi».
Pagina pubblicata il 13 febbraio 2010