Fp Cgil, troppe pretese e poche risorse
Troppe pretese e poche risorse nelle proposte della parte pubblica per il rinnovo della convenzione di medicina generale.
Almeno secondo la Fp Cgil, che in una nota lamenta come «per il rinnovo della convenzione di medicina generale, già scaduta da 26 mesi, dalla Sisac arrivano troppe pretese, poche risorse e in parte rinviate a livello regionale».
E invita: «Per il prossimo incontro, convocato per il 3 marzo, si cambi». La Sisac, nell'ultimo incontro del 19 febbraio, «ha premesso che non vi era possibilità di ricevere tutto l'incremento a livello nazionale e che lo 0,8% rimaneva in sostanza una chimera.
Una soluzione penalizzante per i medici convenzionati rispetto alla dirigenza e al comparto - fa notare il sindacato - anche alla luce dei diversi costi di produzione che il settore deve sopportare. Già questo - secondo Fp Cgil - sarebbe stato sufficiente a fermare la trattativa. Non riteniamo accettabile che l'informatizzazione sia in sostanza scaricata in modo indefinito sui medici».
«Si vincola l'indennità informatica, già insufficiente per le attuali incombenze, all'invio delle informazioni del 'patient summary', che richiede un ulteriore e non indifferente impegno professionale e medico-legale al medico di famiglia. Sempre allo stesso prezzo si richiede l'invio di uno specifico prospetto informativo sui pazienti cronici in carico, e si obbliga all'uso della posta elettronica certificata per tutte le comunicazioni», incalza il sindacato.
«C'è poi una vera beffa», secondo la Fp Cgil, nelle proposte avanzate dalla parte pubblica. «Non solo manca lo 0,8 % in più, come previsto dalla dirigenza, ma la parte che si vuole rinviare agli accordi regionali (l'1,2 % del 3,2 % complessivo) diventa sempre più incerta. Si prevede infatti una penalizzazione del 30 % di questa quota, che i medici perderanno, semplicemente se le Regioni non faranno l'accordo entro un anno».
Pagina pubblicata il 22 febbraio 2010