Avis, serve un milione di donatori
"Servirebbe un milione di donatori in più per scongiurare le emergenze sangue che spesso ci troviamo a fronteggiare in Italia".
Secondo i calcoli di Sergio Casartelli, presidente onorario di Avis Milano, arrivare a quota 2,5 milioni di volontari (oggi sono 1,5 milioni) è l'ambizioso traguardo a cui si deve aspirare.
Solo così si avrebbero "scorte sufficienti per vivere bene", osserva l'esperto, a margine di un incontro nel capoluogo lombardo.
"Potremmo stare tranquilli durante i periodi difficili come quello estivo - assicura - e raggiungere l'autosufficienza anche sul fronte della produzione di emoderivati, per la quale oggi siamo costretti a comprare sul mercato internazionale il 40% dei componenti".
Il Paese è sempre sul filo del rasoio, perché "mantiene un numero di donazioni utile a coprire appena il fabbisogno nazionale durante l'arco dell'anno", spiega Casartelli. E al primo calo di donazioni, scatta l'emergenza sangue.
L'Avis ha già lanciato il primo allarme: con l'estate alle porte e il caldo che avanza, sul Paese incombe l'esaurimento scorte. "Nel 2008 avevamo registrato le prime difficoltà intorno al 20 giugno. Quest'anno il monito dell'associazione è arrivato prima. Ed è un cattivo segno", riflette.
Il timore dell'associazione è che, "con un'autosufficienza risicata, non si possa fronteggiare il calo nella raccolta di sangue dovuto al caldo e ai malesseri legati al cambio stagione".
L'Italia deve rimpolpare le file dei donatori anche perché è in coda alla classifica dei Paesi europei - ricorda Casartelli - "In testa troviamo Olanda, Danimarca, Francia e Germania. Anche l'Inghilterra si trova in una buona posizione e, soprattutto, sta programmando i prossimi 20 anni per rispondere al fabbisogno interno di sangue.
Noi, invece, non siamo così lungimiranti. Più del 4% della popolazione italiana dovrebbe donare il sangue con regolarità. Oggi a fatica si raggiunge il 2,5%".
Pagina pubblicata il 09 giugno 2009