Open space al tramonto, impiegati stressati e meno produttivi
Uffici open space, un fallimento ormai certificato da diversi studi. La produttività si abbassa, il rumore di telefoni e cellulari stressano i dipendenti, la concentrazione sul proprio lavoro si riduce ai minimi termini.
Già altre ricerche l'avevano rilevato, ora l'indagine realizzata dall'Università californiana di Berkeley, di fatto archivia l'ufficio open space.
Tanto cara alle aziende che riducono i costi con il miraggio di spingere ad una maggiore interazione tra i dipendenti, la soluzione abitativa si è rivelata un fallimento.
Decine di persone raccolte nello stesso ambiente che comunicano a volte urlando da un capo all'altro dell'ufficio, telefoni che squillano, ventole dei computer che ronzano, il brusio continuo. Provare per credere.
Secondo la ricerca, che ha coinvolto circa 65 mila dipendenti di diverse aziende sparse in ogni angolo del mondo, l'open space non solo riduce il rendimento ma fa anche male alla salute.
Altro che scambio d'idee e di soluzioni condivise, tutti abbottonati perché un'esternazione potrebbe nuocere alla carriera.
E poi.. la mancanza di privacy. Il vicino di scrivania conosce ogni particolare della vita del collega che parla al telefono. Unico modo di sfuggire è quello di cercare un riparo dove parlare in santa pace dei fatti propri, e questo sottrae tempo al lavoro.
Secondo la ricerca, le conversazioni che avvengono negli open space sono senza valore aggiunto e banali.
Qualche collega non destinatario della comunicazione potrebbe ascoltare. Allora ci si scrive via email rinunciando al vantaggio di scambiare una riflessione lavorativa con il collega vicino.
L'inverno è poi un disastro. Le influenze stagionali mietono vittime. Con la promiscuità che si registra in un open space i virus hanno la strada in discesa e mettono a letto un numero maggiore di persone.
Insomma, forse le aziende torneranno indietro.
21 giugno 2012