AAROI, trattativa o sciopero
Gli anestesisti e rianimatori ospedalieri sul piede di guerra. Se a breve non ripartirà la trattativa per il rinnovo del contratto della dirigenza medica e veterinaria, minacciano infatti di usare le 'maniere forti'.
"Se la situazione contrattuale non si sbloccherà a breve, saremo costretti allo sciopero". Parola di Vincenzo Carpino, presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi), stanco dei ritardi che sta registrando la trattativa, bloccata ormai da circa due mesi.
"I giorni passano ma non arriva la convocazione - sottolinea in una nota Carpino - e così ci si avvia ai tre anni dalla scadenza del contratto. Un ritardo - aggiunge - dovuto all'Aran che unilateralmente ha interrotto le trattative.
Quel che è più grave è che a fare le spese di questo inspiegabile ritardo sono i malati che stanno pagando una realtà sanitaria che vede i medici al limite del collasso.
Sorge il sospetto che la mancata convocazione sia dovuta alla scarsa volontà della Conferenza dei presidenti delle Regioni, degli assessori della Sanità e del Comitato di settore per la sanità di riavviare le trattative.
Ci piacerebbe sapere almeno le motivazioni". La situazione, per il numero uno dell'Aaroi, sembra arrivata a un punto di non ritorno. "La pazienza - conclude Carpino - è arrivata al limite oltre il quale non rimane che ricorrere, come purtroppo spesso siamo stati costretti, allo sciopero.
E' triste constatare che solo con le minacce e con le maniere forti si possa essere ascoltati"
Pagina pubblicata il 05 giugno 2008