Più medici di famiglia nell'AIFA
Una maggiore partecipazione dei medici di famiglia all'interno dell'AIFA è più che auspicabile.A dirlo è lo stesso direttore generale dell'Aifa, Guido Rasi, intervenuto al congresso nazionale della Società italiana di medicina generale (Simg), aperto ieri a Firenze. "Serve una più ampia presenza, 'costitutiva' e non nominale, di questi professionisti" impegnati sul campo per quanto riguarda le prescrizioni e osservatorio privilegiato per la verifica dell'"adeguatezza delle ricette", ammette. Oggi all'interno dell'agenzia c'è un solo rappresentante della categoria.
"Se dipendesse solo da me sarebbero di più",dice all'ADNKRONOS SALUTE Rasi che ieri a Firenze ha anche incontrato Enrico Rossi, responsabile della sanità toscana e coordinatore degli assessori del settore a livello nazionale. In generale, per Rasi, "il ruolo dei medici di famiglia è essenziale perché sono loro il terminale, i prescrittori del farmaco.
E' evidente, dunque, che devono avere con l'agenzia regolatoria una relazione stretta e costante". Secondo il direttore generale "i medici di famiglia sono in grado culturalmente, oltre che concretamente disponibili, a generare una serie di dati assolutamente necessari per analizzare l'adeguatezza prescrittiva, che non può essere ottenuta con strumenti diversi dalla verifica sul campo. Ritengo fondamentale il loro apporto".
E in tutto questo il primo passo sarà quello di utilizzare, grazie al loro aiuto, "le attuali risorse generando più salute - precisa Rasi - e ciò rappresenta di per sé un risparmio. In questa fase, infatti, e probabilmente per i prossimi anni, la spesa farmaceutica è incomprimibile, e non si potrà stravolgere il sistema.
E' quindi enorme "il valore aggiunto di poter usare le stesse risorse ottenendo una produzione di salute maggiore. E' il punto di partenza per ridisegnare tutta la spesa farmaceutica", conclude.
Pagina pubblicata il 20 novembre 2008