Salve l'emodinamiche piemontesi di Moncalieri, Orbassano e Ciriè, ma serve una riflessione
Le emodinamiche di Moncalieri, Orbassano e Ciriè non saranno chiuse. Lo ha anticipato l'assessore Ugo Cavallera alla Commissione Sanità.Tuttavia il problema in molte Regioni resta, sono troppe.
Cavallera ha spiegato che "L'obiettivo è rispettare lo standard di un laboratorio ogni 300 mila abitanti". Sono quindi previsti degli accorpamenti dei due centri dell'ospedale di Novara e dei due della Città della Salute di Torino, oltre all'integrazione laboratori del San Luigi e di Rivoli, della Città della Salute e di Moncalieri, di Ivrea e di Ciriè.
La guerra alle emodinamiche in Piemonte sembra quindi arrivata a conclusione. La realtà è che in molte Regioni ce ne sono semplicemente troppe. E ognuna di loro, quindi, lavora troppo poco per essere veramente affidabile.
Politica? corruzione? localismo? Quali sono i motivi per cui, ad esempio, nel Lazio ci sono 35 strutture di emodinamica di cui però soltanto 6 lavorano giorno e notte? Non sarebbe meglio averne meno e farle funzionare H24?
E i 5 centri per il trapianto di fegato, sempre nel Lazio, costi altissimi e 98 interventi nel 2011, contro i 137 effettuati a Torino dove di centro trapianti ce n'è uno solo?
Troppi centri significa dispersione delle conoscenze, numero insufficiente di interventi per garantire la qualità degli operatori (riflette, voi che andate nelle lussuose case di cura a pagamento, tranquilli perché c'è la rianimazione, e non sapete che la aprono solo per voi, e che non c'è nemmeno la manutenzione delle procedure d'urgenza, perché gli infermieri stanno semplicemente a casa, quando voi non ci siete).
E il problema è che se faccio pochi interventi emodinamici non sono capace, e inoltre ho paura che mi chiudano per scarso volume di attività (chi lo sente il padrone della clinica, "quanto mi costi? e quanto mi rendi ?).
Allora giù, emodinamica a gogò anche a chi non servirebbe, che tutto sommato se la potrebbe cavare senza, ma una bella angioplastica non gliela leva nessuno, tanto più che è a basso rischio, e migliora gli esiti, soprattutto se ha fatto la cardioTAC nello stesso posto.
Come diceva il dottor Tersilli: "il patereccio rende bene, ma è troppo raro!".
E allora ho anche degli esiti tutto sommato ottimi, perché i malati gravi li scarico sull'ospedale pubblico, o se sono già struttura pubblica, e sono chiuso di notte, li mando altrove anche se di giorno."Lì sta più sicuro, è un posto più grande".
Mi prendo i casi più facili, faccio tutto perbenino, incasso quello che devo incassare, mantengo il direttore di turno, che magari neanche se la cava tanto bene a farli, ma li fa fare agli altri medici, magari precari.
Allora è vero che le emodinamiche vanno chiuse, vanno accorpate, e vanno sorvegliate strettamente. Esiste una struttura dei cardiologi interventisti che valuta le emodinamiche. Speriamo di poterci fidare. Speriamo che non sia formata di direttori amici di altri direttori e che abbiano il coraggio di dire cosa va chiuso e cosa no, senza tenere il naso sulle pagelline tipo Doveecomemicuro.it, sulle valutazioni più o meno interessate.
Io speriamo che me la cavo, è veramente molto complicato. Chiudere le emodinamiche sì, assolutamente, ma come e quali è lontanissimo dall'essere chiaro.
Lisa Canitano
1 novembre 2013