Il 50% degli infartuati non segue terapie
Pillole dopo l'infarto, un 'optional' per il 50% dei pazienti, che non segue le terapie prescritte dal medico a un anno dall'attacco. E questa percentuale sale addirittura al 70% fra le donne, le più indisciplinate quando si tratta di prendersi cura del proprio cuore.
E' il principale risultato di uno studio italiano in corso, che verrà presentato a settembre durante il Congresso europeo di cardiologia.
Ad anticiparne alcuni risultati, a margine del Congresso dell'American College of Cardiology a Chicago, è il cardiologo Raffaele Bugiardini, dell'Università di Bologna.
"La ricerca - spiega l'esperto - è stata condotta su 5.000 pazienti per un anno e i primi dati ci parlano di una bassissima aderenza alle terapie: uno su due abbandona la cura, esponendosi a un grande rischio per la propria salute.
I motivi di questo fenomeno allarmante - sottolinea Bugiardini - sono molteplici, ma anche il medico ha la sua parte di responsabilità: a volte, ad esempio, i cardiologi sono restii a prescrivere i farmaci nei casi meno gravi, portando il paziente a limitare le terapie".
Ma a 'scoraggiare' i malati è spesso anche la complessità delle cure, la loro numerosità, con una manciata di pillole da assumere in momenti diversi ogni giorno, o gli effetti collaterali che queste possono causare, come per esempio la tosse nel caso dei betabloccanti.
Pagina pubblicata il 31 marzo 2008