Anoressia: Il trattamento di gruppo
Anoressia, il trattamento di gruppo. Nel gruppo delle obese l'età media è più alta di quella delle pazienti anoressiche e bulimiche(Una media intorno ai 40 anni). Spesso si tratta di persone sposate e con figli. Non di rado sono presenti alcuni elementi di sesso maschile che possono fornire una maggiore ricchezza e varietà di esperienze.
Il lavoro con questi pazienti è particolarmente complesso e delicato.
Apparentemente i soggetti obesi o con alimentazione incontrollata presentano una forte domanda, superiore a quella delle anoressiche o bulimiche. La mancanza di condotte riparative(Vomito,lassativi), lascia il senso di colpa nella sua massima espressione punitiva, questo attiva dei circoli viziosi molto angoscianti.
Soprattutto nelle BED: abbiamo l'attacco compulsivo per lenire i sensi di colpa, che genera un senso di forte vuoto e depressione e la spinta ad una nuova condotta compulsiva. Così la sofferenza legata al disturbo è avvertita in modo acuto.
Ma dopo una fase iniziale di grande motivazione, nell'analisi di gruppo, emergono delle posizioni di stasi e immobilità: un attaccamento al sintomo e ai vantaggi secondari che esso garantisce. Per tutte queste pazienti, l'obesità costituisce un ancoraggio a una vita al riparo dal confronto con il mondo, la chiusura in un microcosmo dominato dall'accudimento all'Altro familiare, un Altro riconosciuto come vessatorio e impositivo, ma rispetto al quale si sviluppa una posizione di grande dipendenza.
Il legame con le figure chiave della propria esistenza si mantiene proprio attraverso il troppo pieno, l'ingurgitare parossistico(ti ingurgito per liberarmi di te).
Questo stile di relazione con l'Altro finisce col diventare la modalità stessa di riorganizzare i rapporti col mondo.
Il cibo veicola un godimento che ripaga, consola, premia, da un quotidiano spesso vissuto sotto la pressione costante di un Altro richiedente, bisognoso, invadente, che richiede sottomissione assoluta, sacrificio costante: un dare senza repliche, senza no, senza poter aver diritto ad avere qualcosa in cambio.
Nella percezione di queste persone, il contesto che le circonda è un insieme di relazioni che, se da una parte rassicura, dall'altra rischia di assorbire completamente la soggettività di questi nostri pazienti.
Si potrebbe dire che assistiamo ad un abuso generalizzato, invischiante, dai confini mal definiti. Spesso la dimensione di alienazione nell'Altro non presenta alcuna traccia di possibilità di separazione, a volte nasconde una rabbia cieca e incontrollabile, completamente inconscia e indicibile.
Marta per esempio si è fatta carico di proteggere la sorellina dal padre alcoolista, violento, abusante, dalle suo minacce di morte, offrendo il suo corpo come scudo e ostaggio. La madre sarà la fonte di amore, ma anche la fonte dell'odio, della sofferenza, della delusione: non l'ha saputa proteggere, esponendola all'abuso incontrollato del padre. Marta ha gettato su di sé tutto quest'odio e questa sofferenza.
Anoressia - Bulimia - Obesità Dipartimento di salute mentale RMD Centro integrato di psicoterapia: Psico-diagnostica, Terapia di gruppo, Terapia individuali, Gruppi Coordinamento e sinergia con le strutture internistiche territoriali
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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009