Anoressia: La psicoterapia della famiglia dei DCA

La psicoterapia della famiglia dei DCA. E' un punto cruciale della psicoterapia con gli adolescenti. Utilizziamo un setting combinato di incontri:

  1. Incontri psicoterapeutici con la coppia genitoriali o con il singolo genitore. 
  2. Partecipazione ai gruppi di genitori.  (Nei casi più delicati è necessario un supporto individuale quando il genitore si rivela l'anello più fragile della catena) 

Il gruppo dei familiari: Si tratta di un gruppo aperto alla partecipazione libera dei genitori. E' un anello fondamentale della rete.  Anche i genitori hanno bisogno di un luogo dove sentirsi accolti e compresi, senza colpevolizzazioni. 

Un luogo in cui riversare il senso di impotenza, di fallimento che producono i messaggi contraddittori delle figlie.  Alcune questioni cruciali possono essere indagate con molta cautela nei colloqui preliminari, ad esempio: 

1. Quale posto occupa la figlia nella storia familiare e nel desiderio dei genitori.  La mancanza di sostegno della parola del padre o le problematiche nel desiderio della madre possono costituire quegli impliciti che disorientano la ragazza rispetto alla femminilità e al desiderio. 

2. E' spesso indispensabile indagare sulla struttura della famiglia: Sulle le difficoltà e le disfunzioni nella coppia genitoriale.  I figli si trovano spesso come una specie di nodo, di sintomo del disagio dei genitori. 

Esempi paradigmatici possono essere:

  • Un padre oberato dal lavoro, ancora troppo figlio dei propri genitori per riuscire a sentirsi marito e padre. 
  • Una madre che non si sente oggetto di desiderio del patner, o che non riesce per la propria storia, a sostenere il rapporto d'amore con un uomo. Forse questa donna non si è sentita autorizzata dalla propria madre. 

I figli sono particolarmente ricettivi e sensibili ad intercettare le difficoltà del rapporto d'amore dei genitori. Difficoltà che si trasformano in altrettante questioni legate al riconoscimento di sè come essere sessuato. Infatti, l'esordio in pubertà dei disturbi del comportamento alimentare, corrisponde a quel momento cruciale in cui si pone la scelta tra la posizione adulta di uomini e di donne, e la regressione al corpo androgino dell'infanzia.

E' in questo punto che il ragazzo o la ragazza si rivolgono ai genitori per cercare un riferimento identificatorio.  Nel sentirsi chiamato all'improvviso ad un compito inedito e spesso molto difficile da sostenere, il genitore può percepire un particolare senso di inadeguatezza.  Ci sono spesso due uscite paradossali: il genitore può rispondere con atteggiamento iperansioso, di controllo minuzioso delle regole di vita, degli orari, delle abitudini alimentari dei propri figli.

Tale atteggiamento si rivela poco funzionale, instaurando dei circoli viziosi molto distruttivi.  Oppure ci può essere un genitore che rifiuta le problematiche che l'adolescente gli pone, prendendone totalmente le distanze o addirittura fuggendo la famiglia nel suo complesso. 

Ovviamente ognuno dei componenti della coppia genitoriale dovrebbe agire in modo solidale, permettendo all'altro di situarsi, di trovare il proprio posto in seno alla famiglia. La difficoltà di comunicare, di trovare un linguaggio comune, aumenta gli steccati tra i coniugi, creando una grande sofferenza che si intreccia al senso di solitudine e di impotenza. 

La ragazza è a volte come presa in ostaggio, diviene come il sintomo del disagio dei genitori. Il suo porta parola, la sua malattia fa da cuscinetto al vuoto che l'incomunicabilità potrebbe generare.  Altre volte è come se la ragazza si facesse portatrice di una domanda di aiuto che i genitori non riescono a formulare e nemmeno ad immaginare.

Sono queste ragazze molto responsabili e protettive, ma il modo in cui mettono tutto su di sé è molto ambivalente(nasconde rabbia, gelosia, una profonda insoddisfazione).

Gli obiettivi del gruppo con i genitori:

  • Il gruppo deve agire come contenimento dell'angoscia, accogliere la sofferenza, decolpevolizzare ma non deresponsabilizzare. 
  • Deve sostenere i genitori nel difficile lavoro di separazione dal figlio sofferente. 
  • Deve spostare la domanda dal sintomo anoressico o bulimico, di cui i propri figli o figlie sono portatori, ad aspetti disfunzionali delle iterazione reciproche tra di loro. 

Anoressia - Bulimia - Obesità Dipartimento di salute mentale RMD

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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009

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