Pillola abortiva: le italiane sono le sole a non poter scegliere
La RU486, il farmaco che permette l'interruzione precoce e non chirurgica della gravidanza, utilizzato da 10 anni in Europa e USA, di fatto in Italia ancora non c'è.
Le donne che possono permetterselo preferiscono andare all'estero per poterla prendere, ma sono solo una minoranza, per le altre c'è solo la sala operatoria.
Alcuni ospedali italiani hanno organizzato un servizio che prevede l'uso del mifepristone, ma le difficoltà tecniche, che prevedono sia l'ordinazione del farmaco ad personam che l'attivazione di complicate procedure organizzative con conseguente lievitazione dei costi (ogni singola dose deve essere ancora ordinata dalla Francia attraverso un corriere), non hanno permesso che il progetto fosse esteso ad una porzione più vasta della popolazione, lasciando senza risposta la grande maggioranza delle richieste.
Il padre della RU486, il dott. Emile-Etienne Baulieu sostiene che "La Ru486 è un simbolo che il Vaticano non ama perché rappresenta la scienza che si è alleata con il femminismo".
In Francia, dove la Ru486 è commercializzata dal 1989, metà delle donne (il 49%) sceglie l'aborto chimico, ma la pillola abortiva, contrariamente a quanto sostengono i suoi detrattori, non ha spostato le statistiche dell'aborto che sono stabili da 30 anni.
'Il successo clinico è del 95% - spiega ancora Baulieu - e i rischi di complicazioni vengono considerati minimi, comunque non superiori a quelli che comporta l'asportazione chirurgica dell'embrione. Non dico certo che sia piacevole, né facile: nessuna pillola e nessun medico potranno alleviare il dramma di un aborto. Io - continua Baulieu - ho voluto soltanto offrire la possibilità di scegliere. '
Un recente documento lancia l'allarme sul 'turismo abortivo' in Svizzera: nel 2008 quasi il 30% delle interruzioni eseguite nel Canton Ticino è stato richiesto da donne italiane.
'In quei numeri vedo semplicemente la voglia di abortire lontano da casa, di nascosto'sostiene il dott. Basilio Tiso, direttore sanitario della clinica milanese Mangiagalli.
Il dott. Silvio Viale , ginecologo del S.Anna di Torino che da anni si batte per introdurre nel nostro paese il farmaco abortivo, riferisce che il fenomeno della migrazione non è nuovo. Molte piemontesi si spostano in Francia, così come le liguri. 'E chi si muove lo fa per richiedere l'aborto farmacologico, anche a costo di pagarlo , tra i 400 e i 600 euro'.
I dati svizzeri confermano che la pillola abortiva è stata richiesta dal 90% delle donne, solo il 10% ha scelto il percorso chirurgico. Dunque l'accesso al metodo farmacologico sembra la vera motivazione della migrazione.
Al telefono di Vita di Donna sono tante le donne che chiedono informazioni sulla RU486, da ogni parte d'Italia, ma sono poche quelle che possono affrontare il costo del viaggio e del farmaco.
Per le altre non rimane che affrontare un percorso di 3 settimane, tra analisi, visite e liste d'attesa, prima di arrivare in sala operatoria.
E questo quando va bene: in alcuni momenti, in particolare nel periodo estivo, l'attesa arriva facilmente ai 30 giorni, contro i 4-5 giorni della pillola abortiva.
Aborto:RU486 la pillola l'interruzione di gravidanza non chirurgica.
Approfondimento: Aborto, dove e come
Pagina pubblicata il 14 aprile 2009