RU486. “Io, cittadina europea, mi sento un’estranea nel mio Paese”
Sono andata a Vienna per abortire con la RU486, ora dovete scrivere la mia storia.
Michela, ieri, al telefono di Vita di donna.
Il telefono di Vita di Donna, da sette anni è acceso, anche d’estate. Non c’è differenza, si sa, nel calendario, per chi vuole saperne di più su cosa fare e dove andare per risolvere un problema di salute, tanto più quando si tratta di una interruzione di gravidanza.
In questi giorni, però, Vita di Donna, ha ricevuto anche alcune testimonianze e riflessioni di donne, che la “favola dell’aborto facile” non l’hanno mai bevuta. Ma che ora, dopo averla presa all’estero, quella pillola, hanno qualcosa da dire ai nostri lettori. Ve ne proponiamo una, quella di Michela, che ci ha chiamato ieri.
E’ veneta, la si riconosce subito dall’accento, non è più un’ adolescente, ma una donna matura. E’ molto riservata, ma una cosa ce la dice subito:”Sono andata a Vienna per abortire con la RU486, una settimana fa. Ero alla quinta settimana, non sono una sprovveduta. Ho una figlia di 16 anni. Sono rimasta incinta, ma ho scelto con mio marito di non diventare madre per la seconda volta, non me la sono sentita, ho 42 anni”.
Perché la strada dell’aborto farmacologico con la RU486?
"Ho preso alcune informazioni sul vostro sito web. Non volevo aspettare oltre, i tempi per l’aborto chirurgico, le difficoltà e poi.. perché aspettare? Con una telefonata in una clinica privata, a Vienna, ho trovato la risposta. Siamo partiti in macchina, io e mio marito, di notte ed alle 10 eravamo lì".
Che cosa è successo dopo?
"Una breve attesa, la dottoressa, che parlava italiano ha avuto un lungo colloquio con noi, ma mai invasivo rispetto alla nostra scelta. Ha solo cercato di informarci e di capire se fossimo del tutto convinti. Ci ha perfino informati sulla contraccezione".
Le ha detto dei rischi, delle emorragie, delle morti?
"Assolutamente no, mi ha semplicemente spiegato cosa sarebbe potuto accadere, sottolineando che il dolore sarebbe stato minimo, poco più di una normale mestruazione, e in alcuni casi anche meno. Ha fatto subito i controlli utili con l’ecografia e con l’esame del sangue. Insomma, eravamo tranquilli, ero in tempo per utilizzare la RU486".
Le ha prese lì le pillole?
"La dottoressa ci ha invitati ad accomodarci in un'altra stanza, sembrava una sala da pranzo. Lì ho preso le famose 3 pillole (Ru486) in sua presenza. Inoltre, mi ha spiegato come prendere le altre due, dopo 48 ore".
Quanto è durata la sua permanenza in clinica?
"Non più di quaranta minuti compresa l'attesa".
E allora perchè ha deciso di contattarci?
"Ho deciso di tornare a casa, in Italia per aspettare gli effetti, l’espulsione per intenderci. Ma quando ho letto i giornali italiani, ho avuto paura. Credevo di essere stata ingannata, pensavo che avrei sofferto molto o corso dei rischi, ecco perché avevo bisogno di saperne di più e cercavo qualcuno. Ma ora è tutto passato. La pillola, anzi le pillole, hanno avuto effetto. Non ho sofferto, è andata esattamente come mi avevano detto a Vienna. Tornerò lì o andrò dalla mia ginecologa per una ecografia di controllo ed un nuovo esame del sangue, ma vorrei che si smettesse di fare del terrorismo mediatico in questo Paese".
Insomma, la sua non è proprio una storia da prima pagina..
"No, lei si sbaglia, lo è. In questo Paese, la normalità su questi temi è scandalosa, se ne è resa conto?
Qui, è tutto così drammatico, così angosciante.."
E così poco europea, forse..
Certo. Per me è più vicina Vienna che Bologna, ma per le altre? Passate parola. Vi chiedo solo questo, grazie.
E’ veneta, la si riconosce subito dall’accento, non è più un’ adolescente, ma una donna matura. E’ molto riservata, ma una cosa ce la dice subito:”Sono andata a Vienna per abortire con la RU486, una settimana fa. Ero alla quinta settimana, non sono una sprovveduta. Ho una figlia di 16 anni. Sono rimasta incinta, ma ho scelto con mio marito di non diventare madre per la seconda volta, non me la sono sentita, ho 42 anni”.
Perché la strada dell’aborto farmacologico con la RU486?
"Ho preso alcune informazioni sul vostro sito web. Non volevo aspettare oltre, i tempi per l’aborto chirurgico, le difficoltà e poi.. perché aspettare? Con una telefonata in una clinica privata, a Vienna, ho trovato la risposta. Siamo partiti in macchina, io e mio marito, di notte ed alle 10 eravamo lì".
Che cosa è successo dopo?
"Una breve attesa, la dottoressa, che parlava italiano ha avuto un lungo colloquio con noi, ma mai invasivo rispetto alla nostra scelta. Ha solo cercato di informarci e di capire se fossimo del tutto convinti. Ci ha perfino informati sulla contraccezione".
Le ha detto dei rischi, delle emorragie, delle morti?
"Assolutamente no, mi ha semplicemente spiegato cosa sarebbe potuto accadere, sottolineando che il dolore sarebbe stato minimo, poco più di una normale mestruazione, e in alcuni casi anche meno. Ha fatto subito i controlli utili con l’ecografia e con l’esame del sangue. Insomma, eravamo tranquilli, ero in tempo per utilizzare la RU486".
Le ha prese lì le pillole?
"La dottoressa ci ha invitati ad accomodarci in un'altra stanza, sembrava una sala da pranzo. Lì ho preso le famose 3 pillole (Ru486) in sua presenza. Inoltre, mi ha spiegato come prendere le altre due, dopo 48 ore".
Quanto è durata la sua permanenza in clinica?
"Non più di quaranta minuti compresa l'attesa".
E allora perchè ha deciso di contattarci?
"Ho deciso di tornare a casa, in Italia per aspettare gli effetti, l’espulsione per intenderci. Ma quando ho letto i giornali italiani, ho avuto paura. Credevo di essere stata ingannata, pensavo che avrei sofferto molto o corso dei rischi, ecco perché avevo bisogno di saperne di più e cercavo qualcuno. Ma ora è tutto passato. La pillola, anzi le pillole, hanno avuto effetto. Non ho sofferto, è andata esattamente come mi avevano detto a Vienna. Tornerò lì o andrò dalla mia ginecologa per una ecografia di controllo ed un nuovo esame del sangue, ma vorrei che si smettesse di fare del terrorismo mediatico in questo Paese".
Insomma, la sua non è proprio una storia da prima pagina..
"No, lei si sbaglia, lo è. In questo Paese, la normalità su questi temi è scandalosa, se ne è resa conto?
Qui, è tutto così drammatico, così angosciante.."
E così poco europea, forse..
Certo. Per me è più vicina Vienna che Bologna, ma per le altre? Passate parola. Vi chiedo solo questo, grazie.
di Monica Soldano
