Violenza contro le donne, inizia in famiglia e non ha confini
Si corre verso la manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne del 24 novembre e si moltiplicano le occasioni di dialogo, discussione e confronto.
Ieri pomeriggio, il collettivo femminista 'infinite Voglie' e il 'Centro Donna Lisa' hanno indetto all'Horus Occupato un'assemblea pubblica, aperta a tutti e dedicata in particolar modo alle donne e ai gruppi femministi e femminili interessati a contribuire in modo attivo all'organizzazione della manifestazione che ' ricordiamo ' intende lanciare un segnale forte alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Si preferisce, significativamente, parlare di violenza maschile sulle donne, piuttosto che ' in astratto ' di violenza di genere: la violenza contro le donne, infatti, non è riconducibile alla devianza di un popolo in particolare, o di una specifica dimensione sociale.
La violenza contro le donne riguarda gli uomini di tutto il mondo senza distinzione di nazionalità , credo religioso, grado di istruzione, appartenenza politica.
La violenza maschile contro le donne è, in questo senso, un problema trasversale, ed è in ragione di questa sua natura che può trovare soluzione solo a partire da una pluralità di diverse iniziative.
La manifestazione del 24 novembre grida con forza «No» alla violenza psichica e fisica sulle donne, ma pronuncia un «no», altrettanto reciso, a qualsiasi forma di strumentalizzazione.
La morte di Francesca Reggiani ' aggredita, stuprata e uccisa da un cittadino romeno ' ha acceso i riflettori su una problematica che sfugge alle maglie più profonde della violenza contro le donne riducendola, semplicisticamente, ad un problema di sicurezza delle città , ad una questione di ordine pubblico.
Non è un 'pacchetto sicurezza' il punto di svolta di una situazione che arriva all'attenzione della gente comune solo quando si traduce in un caso di cronaca appetibile per il circuito mediatico e asservibile agli scopi della Politica. La violenza maschile contro le donne è un problema legato alla 'disparità di poteri', al dominio storico di un sesso sull'altro, che attanaglia il sistema culturale del nostro Paese.
Per portare alla luce questa situazione nel concreto, e per intraprendere soluzioni possibili, non ci si può nascondere all'ombra dell''uomo nero', del soggetto deviato, dello straniero.
Per mettere a fuoco il quadro effettivo della violenza maschile contro le donne in Italia occorre il coraggio di dire che il 'mostro' è dentro le nostre case.
Più del 90% delle violenze sulle donne si consuma tra le pareti domestiche: i carnefici' Mariti e fidanzati, ex partner, padri e fratelli. E' questa la realtà che bisogna guardare in faccia per evitare di cercare soluzioni 'facili' a problematiche che non lo sono affatto.
La violenza contro le donne non deve, dunque, diventare un escamotage per mettere in atto politiche restrittive e sicuritarie. Perché questo non accada è naturalmente necessario anche un intervento legislativo, che si snodi lungo tre principali linee direttrici della prevenzione, della sensibilizzazione e dell'uniformità del sistema penale e processuale.
Si muove in questa direzione il disegno di legge 'Misure di sensibilizzazione e prevenzione, nonché repressione dei delitti contro la persona e nell' ambito della famiglia, per l' orientamento sessuale, l'identità di genere ed ogni altra causa di discriminazione', proposto dal Ministero della Giustizia, dal Ministero delle Pari Opportunità e dal Ministero della Famiglia e attualmente in discussione, in Commissione Giustizia del Senato.
Questo D.L. rappresenta il primo tentativo da parte dell'Italia di dotarsi di una normativa onnicomprensiva in materia di violenza contro le donne, sul modello di quella Spagnola.
E' un primo passo nella giusta direzione, ma sabato 24 novembre si scende in piazza anche per dire che non è abbastanza. E che il grado di civiltà di un Paese si misura soprattutto dalla capacità di costruire basi culturali, politiche e sociali tali da garantire il diritto di pari dignità per tutti, senza distinzioni di genere.
Delt@
Pagina pubblicata il 22 novembre 2007