A Rubiera una 41enne soffocata dal compagno che poi ne brucia il corpo
SEMBRA UN INCENDIO MA E' UN FEMICIDIO: TIZIANA E' LA NONA DONNA VITTIMA IN EMILIA ROMAGNA NEL 2012
Dapprima era sembrato un incendio fortuito, di cui era rimasta vittima una donna 41enne di Rubiera, nel reggiano, ma ben presto le indagini hanno portato a scoprire che si è trattato dell'ennesimo caso di femicidio in regione.
A perdere la vita per violenza di genere è stata ancora una volta una donna, Tiziana, soffocata dal compagno che ha poi simulato un incidente domestico dando fuoco alla loro abitazione. Con lui, in fuga dall'appartamento, anche il figlio della coppia, di neanche un anno di età.
Alla base dell'evento, secondo le dichiarazioni del compagno reo confesso, un litigio per motivi futili, una divergenza di vedute che l'uomo non ha saputo elaborare e rispettare.
In moltI hanno subito parlato di «raptus», di «improvvisa violenza cieca», ma il copione che si ripete costantemente in questi episodi di violenza di genere ben poco a che vedere con la «pazzia»: di base c'è sempre l'incapacità di alcuni uomini di relazionarsi alla pari con le loro compagne, di rispettarne le scelte e l'autonomia.
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia Romagna vuole chiamare questi drammatici eventi con il nome giusto: non sono raptus, non sono «drammi del troppo amore», ma femicidi di donne per mano di uomini che non le sanno rispettare.
In regione questi intollerabili delitti non fanno che aumentare, in un 2012 davvero tragico che ha già visto nove donne uccise in quattro mesi: impossibile prevenirli finché non si lavora più efficacemente sul dialogo ed il rispetto tra i generi.
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna
24 aprile 2012
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