Danni renali, uno studio italiano apre la via staminale
Dalla ricerca italiana nuove speranze per l'impiego di cellule staminali contro i danni renali. In uno studio pubblicato sul 'Journal of Experimental Medicine' - firmato da un team coordinato da Paola Romagnani, professore associato di Nefrologia all'università di Firenze - vengono svelati i meccanismi che permetterebbero alle cellule madri di svolgere un'azione rigenerativa.
La pubblicazione rappresenta lo sviluppo di una precedente linea di ricerca della stessa équipe. Di recente, infatti, gli scienziati hanno identificato una popolazione di staminali nel rene adulto.
Cellule che, se iniettate in topi affetti da insufficienza renale acuta, riducono la gravità della malattia e riparano il tessuto danneggiato.
Nel nuovo studio gli autori hanno invece scoperto l'identità di due proteine (denominate CXCR4 e CXCR7) che, se espresse in maniera coordinata, permettono alle staminali renali dopo iniezione nei vasi sanguigni di sopravvivere in circolo e di migrare in modo selettivo verso il tessuto danneggiato, attraversando le pareti vascolari.
In pratica, l'espressione di queste due proteine rende le cellule staminali renali capaci di comprendere dove è necessaria la loro capacità rigenerativa, e quindi di ottimizzarne l'utilizzo a fini terapeutici.
Può interessare:
Fibroadenoma al seno: cos'è, diagnosi, cause e cure
Pagina pubblicata il 04 marzo 2008