Exit, la chirurgia prenatale che salva la vita del nascituro
Prende il nome di Exit e sta per ex utero intrapartum treatment, è la nuova tecnica che consentirà di intervenire, prima della separazione tra mamma e neonato, nel momento del parto cesareo quando la vita del nascituro è a rischio.
Ci sono circostanze legate ad anomalie fetali come cardiopatie, problemi polmonari o lesioni toraciche che in sala parto potrebbero compromettere anche la rianimazione del neonato. In sintesi, ci sono bambini che nascono in condizioni cliniche compromesse che potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza, ecco quindi la possibilità data da Exit di intervenire prima del distacco ombelicale.
Il primo centro in Italia che applica questa tecnica nasce dall'esperienza maturata tra l'Ospedale Bambino Gesù di Roma e il Policlinico Agostino Gemelli.
Finora il Centro Exit Bambino Gesù - Gemelli è intervenuto nel mese di luglio in due diverse occasioni rimuovendo i problemi, con i nascituri ancora nell'utero delle mamme, che avrebbero minacciato la vita di una bambina e di un bambino.
La tecnica di intubare il neonato prima di dare inizio al parto assicura una corretta ossigenazione in tutte le varie fasi.
Sono 15 gli operatori coinvolti, il neonato viene estratto parzialmente nel corso del taglio cesareo senza che ci sia un distacco placentare. Quindi viene intubato e solo dopo si procede con il parto.
Maurizio Guizzardi, direttore del Gemelli, ha commentato che "si può fare innovazione anche senza gravare sui costi" e che la collaborazione avviata "è una buona notizia per Roma e per l'Italia".
Quello di Roma è il primo centro d'Europa specializzato nella tecnica Exit
Per approfondire
Parto cesareo, informati prima
31 luglio 2012