Sanità, scompenso cardiaco assorbe 1,4% l'anno della spesa sanitaria
Un milione di pazienti italiani, quasi 180 mila ricoveri l'anno, che gravano sul Ssn assorbendo l'1,4% della spesa sanitaria.
Sono i numeri dello scompenso cardiaco, una delle più complesse patologie cardiache protagonista dell'ultimo incontro annuale dell'American Heart Association a Orlando.
Obiettivo degli esperti internazionali: combattere il 'fantasma' della mortalità che grava sullo scompenso cardiaco, andando a caccia di nuovi approcci terapeutici in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari e di conseguenza l'ospedalizzazione di questi pazienti.
Un fronte sul quale sembra siano stati compiuti passi avanti, secondo quanto emerso dagli ultimi risultati dello studio clinico Corona, resi noti a Orlando. E le conferme dovrebbero arrivare grazie anche al contributo della ricerca 'made in Italy'.
Anni di lavoro che si nascondono dietro l'acronimo Gissi, Gruppo italiano per lo studio della sopravvivenza nell'infarto miocardico che a dicembre-gennaio concluderà uno studio condotto su circa 7 mila pazienti poco selezionati, affetti da insufficienza cardiaca e reclutati su una rete nazionale di oltre 300 strutture cardiologiche e di medicina interna.
Il lavoro dei ricercatori italiani punta a dimostrare che una terapia a lungo termine con acidi grassi polinsaturi (omega -3) o con una statina di terza generazione in pazienti con insufficienza cardiaca riduce la mortalità totale o il ricovero per motivi cardiovascolari, rispetto ai pazienti trattati con placebo.
"Siamo tutti in attesa dei risultati dello studio che verranno resi noti ad agosto", spiega Luigi Tavazzi, direttore dell'Unità operativa di cardiologia del Policlinico San Matteo di Pavia, durante un incontro promosso ieri a Milano da AstraZeneca.
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Pagina pubblicata il 14 novembre 2007