Tumori: cause ereditarie ed ambientali, ma anche errori casuali del DNA
In un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Science, da parte di due ricercatori, Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, è stato messo in luce il ruolo di primo piano nella genesi del cancro, da una causa diversa da quella ereditaria e quella ambientale, cioè la presenza di errori inevitabili connessi con la replicazione del DNA, errori del tutto casuali.
Si tratta di un dibattito di cui demmo conto alcuni mesi orsono che spostava, impropriamente, l’attenzione sulle cause dell’insorgenza del cancro dai fattori ereditari e/o ambientali alla casualità dell’insorgenza.
Tomasetti ed i suoi colleghi hanno sviluppato un metodo per individuare in quale percentuale le mutazioni cellulari casuali, non determinate quindi da fattori ereditari o ambientali, sono causa di sviluppo cancerogeno.
Gli autori nel loro articolo rimarcano che il ruolo dei fattori ambientali nello sviluppo del cancro è da tempo evidente ed è basato su accurati studi epidemiologici, e questo ha implicazioni fondamentali per la prevenzione primaria.
Al tempo stesso il ruolo dell'ereditarietà è stato anch’esso definitivamente dimostrato da studi che hanno permesso l'identificazione di geni responsabili della predisposizione al cancro.
Gli autori hanno recentemente ipotizzato che esista ed abbia un peso rilevante una terza causa di formazione del cancro legata ad errori casuali, che accadono durante il normale processo di replicazione del DNA.
Questa ipotesi, verificata nello studio pubblicato sulla rivista Science, dimostra che di fronte alle cause ambientali ed ereditarie, in quel sessanta per cento di cause che fino ad ora permangono sconosciute, gioca un ruolo importante quello delle mutazioni casuali.
Vale la pena di ricordare che il cancro è causato da cambiamenti (mutazioni) al DNA all'interno delle cellule. Il DNA all'interno di una cellula è presente in un gran numero di singoli geni, ognuno dei quali contiene una serie di istruzioni che dicono alla cellula quali funzioni deve eseguire, nonché come crescere e dividersi.
Gli errori nelle istruzioni date possono fermare la sua funzione normale e consentire che alcune cellule diventino cancerose.
Una mutazione del gene può fare sì che una cellula sana riceva istruzioni di avere una crescita molto rapida e di dividersi molto più rapidamente, creando le condizioni per avere molte nuove cellule che hanno tutte la stessa mutazione.
Le cellule normali sanno quando smettere di crescere in modo da avere solo il giusto numero di ciascun tipo di cellula.
Le istruzioni sbagliate fanno sì che le cellule tumorali perdono il controllo dei geni oncosoppressori, che sono quelli segnalano quando smettere di crescere.
Questa mutazione di un gene soppressore del tumore permette alle cellule tumorali di continuare a crescere e ad accumulare.
Le istruzioni sbagliate possono inficiare il lavoro che svolgono alcuni geni in grado di intervenire per riparare gli errori genetici creando così le condizioni che portino le cellule a divenire cancerose.
L’ipotesi studiata da Tomasetti ed dai suoi colleghi sulle mutazioni casuali, non deve però spingere ad accettare una sorte di fatalismo che ci faccia dire che l’insorgenza di un tumore è solo sfortuna, perché se è vero che è praticamente impossibile controllare i miliardi di mutazioni che interessano le nostre cellule, possiamo però, come gli autori sostengono, migliorare e focalizzare i nostri studi sui metodi per una diagnosi sempre più precoce, potenziando e rendendo più accurate quelle basate sulle cosiddette biopsie liquide, ossia sull'analisi genetica condotta su una goccia di sangue.
23/7/2017
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