Tessuti autologhi opzione per ricostruire il seno
La ricostruzione del seno dopo resezione chirurgica di un tumore mammario solitamente effettuata con l'innesto di una protesi non è l'unica opzione: da qualche anno l'autotrapianto con tessuti autologhi garantisce risultati più naturali e non gravati dai rischi che spesso accompagnano l'introduzione nell'organismo di una protesi.
Di questo interessante argomento si è discusso nell'ambito di un workshop internazionale incentrato sulla ricostruzione del seno, tenutosi recentemente a Roma, dove opera il team chirurgico in grado di vantare la maggiore esperienza in Italia di operazioni di questo genere (250 interventi già compiuti), più precisamente nota come "ricostruzione con lembo Diep".
Ne riassume i tratti salienti Fabio Santanelli, titolare della cattedra di Chirurgia plastica della II facoltà di Medicina e psicologia dell'università La Sapienza di Roma e coordinatore dell'équipe chirurgica che opera presso l'ospedale Sant'Andrea di Roma. «L'intervento consiste nel trasferimento nel petto di lembi di tessuto cutaneo e grasso dell'addome per ricomporre la mammella persa», spiega Santanelli.
«In questo modo, la donna riceve una mammella il più possibile simile a quella naturale; addirittura, il seno così ricostruito ingrassa e dimagrisce con il resto del corpo, senza quindi evidenziare differenze con l'altro seno». Un altro aspetto positivo della ricostruzione con lembo Diep è che nella grande maggioranza dei casi il trapianto di tessuto autologhi può essere effettuato durante l'intervento di asportazione della mammella malata.
«La paziente può così entrare e uscire dalla sala operatoria con entrambi i seni, alleviando notevolmente la sensazione di perdita dovuta alla mastectomia, evitando lo stress di vedersi per mesi senza seno, in attesa del tempo necessario per l'eventuale inserimento di una protesi» conclude l'esperto.
Pubblicato il 18/1/2011