Gli ormoni spaventano le donne in menopausa
Cerotti e pillole agli ormoni abbandonati dalle 'over 50' per colpa dello spettro del tumore al seno.
A indagare sull'effetto dello studio Whi (Women's Health Initiative), che "ha spinto numerose donne, soprattutto in Usa, Canada ed Europa, ad abbandonare la terapia ormonale sostitutiva, per poi a volte riprenderla poco dopo", e' una ricerca condotta da Deborah Legorreta del Mexican College for the study of Menopause (Messico), presentata ieri al Congresso mondiale della menopausa di Madrid.
La studiosa ha esaminato oltre 100 articoli pubblicati su riviste di tutto il pianeta tra il 2002 e il 2008, oltre a 35 diversi trial internazionali.
Concludendo che dopo la diffusione dei contestati dati dello studio americano, su un importante aumento del pericolo di cancro al seno, "l'uso della terapia ormonale sostitutiva si e' ridotto considerevolmente in Europa e Usa. Mentre l'impatto e' stato minore in Sudamerica e Asia".
Non solo, sembra che a influire sulla decisione delle donne sia stato soprattutto un cattivo dialogo con il proprio ginecologo, le notizie pubblicate dai mass media e i consigli degli amici. Ma circa il 25 per cento delle pazienti ha poi ripreso il trattamento, mentre altre si sono autoprescritte prodotti a base di soia per cercare di contrastare i fastidi tipici della menopausa.
Infine, nella maggior parte dei Paesi esaminati le donne hanno spiegato proprio con la paura di ammalarsi del tumore al seno la decisione di non ricorrere alla terapia sostitutiva.
E questo nonostante da Madrid gli esperti abbiamo evidenziato come "il profilo di sicurezza della terapia ormonale sostitutiva sia favorevole - spiega David Sturdee presidente eletto della Internazional Menopause Society - quando la cura viene somminsitrata a donne sotto i 60 anni con sintomi della menopausa e alla piu' bassa dose efficace, per il periodo di tempo necessario".
Al contrario, "interrompere all'improvviso la cura, influenza la salute e il benessere della donna a lungo, anche un anno dopo lo stop: con un aumento dei lipidi nel sangue, una riduzione della densità minerale ossea e il peggioramento dei disturbi urogenitali e dell'umore", conclude la Legorreta.
Pagina pubblicata il 20 maggio 2008