50mila morti per tumore per anno, prevenire si può
E' come se un volo di linea cadesse ogni giorno senza alcun superstite, registrando 205 morti. E' l'immagine descritta da Francesco Schittulli, presidente della Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori), quella che più di ogni altra raffigura la strage che si consuma ogni giorno in Italia a causa della scarsa prevenzione dei tumori.
Delle 150.000 persone che muoiono ogni anno di cancro nel nostro Paese, oltre 75.000 potrebbero salvarsi "se diventassero protagonisti della propria salute", sottolinea il presidente della Lilt, che ha illustrato i dati, venerdì a Roma, in occasione della presentazione della Settimana nazionale per la prevenzione oncologica, in una conferenza a Palazzo Chigi.
Ogni giorno nel nostro Paese si ammalano di cancro più di 700 persone, per un totale di 270.000 nuovi casi all'anno.
Il tasso di guaribilità è del 54 per cento, "ma potrebbe raggiungere l'80 per cento - sottolinea Schittulli - se ognuno di noi cominciasse ad adottare stili di vita corretti e a sottoporsi con regolare periodicità a opportuni controlli clinico-strumentali". Ma sono molti gli italiani che dimenticano di farlo.
"Quattro 'morti bianche' al giorno sono inaccettabili - tuona Schittulli riferendosi agli incidenti mortali sul lavoro - ma altrettanto vergognosi sono 205 decessi al giorno che potremmo evitare".
Ad oggi le persone che hanno un 'vissuto' di cancro alle spalle sono un milione e 800 mila - un numero superiore agli abitanti di una città come Milano - 900 mila quelle che si stanno sottoponendo a delle cure per combatterlo e 180 mila quelli in fase terminale.
Nell'ultimo quinquennio - ha riportato ancora la Lilt - al 23 per cento della popolazione maschile è stato diagnosticato un cancro e il 9 per cento dei pazienti non ce l'ha fatta a sopravvivere.
Minori, anche se di poco, le percentuali relative alle popolazione femminile: 21 per cento con un tasso di mortalità del 7,5 per cento.
Il tumore alla mammella registra la più alta percentuale di guaribilità (87 per cento), seguito dai linfomi (85 per cento), dal cancro al collo dell'utero e dal melanoma (84 per cento), dal tumore al colon (59 per cento), al retto (56 per cento), all'ovaio (26 per cento) e dal cancro al polmone (21 per cento). Fondamentale, in una storia di tumore, è la diagnosi: più è precoce e maggiori sono le possibilità di salvarsi.
Per questo, secondo Schittulli, "il nostro Servizio sanitario nazionale andrebbe ripensato - afferma il presidente della Lilt - Dovremmo avere ambulatori dove sottoporre i cittadini a diagnosi in ogni quartiere, lasciando agli ospedali il solo compito di curare e coinvolgendo anche il 'privato' in questa importante sfida, perché il pubblico sta perdendo innegabilmente terreno. Solo così potremmo salvare vite umane e abbattere liste d'attesa. Se non riusciremo ad organizzarci, tra 70 anni saremo allo stesso punto".
Ogni giorno, dunque, un virtuale aereo di linea continuerà a schiantarsi al suolo, bruciando la vita di 205 persone: "Quelle che - sottolinea ancora Schittulli - hanno perso di vista la prevenzione, ovvero non si sono sottoposti agli esami diagnostici previsti e non hanno seguito le regole di uno stile di vita sano. Non possiamo più permetterlo - conclude categorico Schittulli - E' ora di correre ai ripari".
Pagina pubblicata il 16 marzo 2008