Aids, in aumento le donne incinte e i bambini trattati con gli antiretrovirali
Finalmente una buona notizia: il numero di bambini e donne incinte sieropositivi che ricevono terapie antiretrovirali contro l'Aids è aumentato, anche se c'è ancora molta strada da fare per mantenere la promessa di una generazione libera dall'AIDS
Ricordiamo che nel mondo le persone sieropositive sono 33,2 milioni, e 2,1 milioni hanno meno di 15 anni. Nel 2007 ' rende noto l'Unicef - sono stati circa 420 mila i bambini hanno contratto il virus dell' HIV e 290 mila sono morti a causa dell'Aids. Il 90% dei bambini che hanno contratto l'Hiv vive in Africa sub-sahariana".
La maggior parte dei bambini contrae il virus dalla propria madre durante la gravidanza, il parto o attraverso l'allattamento al seno.
Circa il 50% di questi bambini muore prima di compiere due anni. A rilevarlo il rapporto ONU "Bambini e AIDS: secondo rapporto di aggiornamento"(presentato lo scorso 3 aprile a New York), sui progressi compiuti in merito all'impatto dell'AIDS su bambini e adolescenti, che sottolinea come nel 2006, nei paesi a basso e medio reddito, 127.300 bambini sieropositivi hanno ricevuto i trattamenti a base di antiretrovirali, con un aumento del 70 % rispetto al 2005, aumento che e' stato del 70 % per quanto riguarda le donne incinte.
Il rapporto si concentra sui paesi a basso e medio reddito ed esamina i progressi compiuti - e le sfide ancora aperte in 4 aree fondamentali: la prevenzione della trasmissione dell'HIV da madre a figlio, la fornitura di cure pediatriche, la prevenzione del contagio tra adolescenti e giovani, la protezione e il sostegno ai bambini colpiti dall'HIV/AIDS.
Stime recenti mostrano che la diffusione dell'Hiv tra le donne incinte di età compresa tra 15 e 24 anni che si sono rivolte a centri di assistenza prenatale e' diminuita rispetto al biennio 2000/2001 in 11 dei 15 paesi che hanno sufficienti dati a disposizione.
Di questi, 8 sono paesi dell'Africa orientale e meridionale. In molti paesi infine, conclude il rapporto Unicef "si stanno ottenendo progressi per garantire protezione, cura e sostegno ai bambini affetti dall'Aids; il divario nella frequenza scolastica tra i bambini orfani e non orfani si sta riducendo e un numero sempre maggiore di bambini vulnerabili ha accesso all'educazione e alla protezione sociale".
A Roma, nell'ambito della campagna internazionale 'True development through health!' promossa da Aidos, ActionAid , Cestas, Fondazione tedesca per la popolazione mondiale (Dsw) e Fondazione polacca per le donne e la pianificazione familiare (Fwfp), in collaborazione con l'Unione europea e la Fondazione Edoardo Garrone. che è stata organizzata la mostra 'Positive Lives', che si potrà visitare fino al 10 aprile, presso il Caffè Letterario di Via Ostiense, dove è possibile visitare la rassegna fotografica e ricevere la pubblicazione 'Oltre l'Aids', curata da Aidos e Lettera22.
La rassegna fotografica - già presentata a Genova e Padova 'racconta come si convive con una malattia che ogni giorno registra oltre 10 mila nuovi casi di contagio, di cui 6500 riguardano le donne, perché, come ha sottolineato Daniela Colombo, presidente Aidos, in occasione dell'inaugurazione della mostra e del relativo incontro ' Aids, cosa è cambiato in Europa e nel mondo'' : 'l'Aids si declina sempre di più al femminile perché le donne sono maggiormente esposte al rischio di contrarre il virus.
I rapporti sessuali non protetti e la scarsa disponibilità sul territorio di assistenza sanitaria rendono la popolazione femminile più vulnerabile al contagio da Hiv'.
Nel continente africano la trasmissione per via sessuale è in testa tra le cause di diffusione ed è soltanto con la prevenzione e una corretta informazione che si potrà invertire questa tendenza'.
E a proposito di prevenzione e informazione, e soprattutto di buone pratiche, il Rapporto cita i casi del Botswana, paese con un efficace sistema sanitario, che ha integrato i servizi per la prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus e quelli per la salute materna, neonatale e infantile, in Jamaica invece gli operatori sanitari sono stati formati per sensibilizzare le comunità sul trattamento preventivo per l'Hiv, mentre in Kenya nel 2006 l'organizzazione non governativa 'Women Fighting Aids' attraverso il progetto 'Male plus Pmtct Champion' ha reclutato 12 persone sieropositive con caratteristiche adatte all'ascolto e al coinvolgimento delle persone per lavorare nelle strutture che forniscono servizi prenatali e nei villaggi dei distretti di Mombasa e Kisumu.
Di buone pratiche si può parlare ancora a proposito dello Zambia e Zimbabwe, dove la sieropositività della madre é riportata sulla cartella clinica del bambino così da informare gli operatori sanitari sullo stato di salute del bambino e poter fornire le cure necessarie.
In Uganda invece il lavoro del 'The Aids Support Organization' ha dimostrato che il modo più semplice e più economico di garantire le cure é quello di recapitarle a domicilio.
In Cambogia il sistema nazionale per i servizi per l'Hiv pediatrico fornisce cure e farmaci a circa il 70% dei bambini che ne hanno bisogno.
Nei paesi dell'America Latina e dei Caraibi infine Unicef e Mtv hanno realizzato il documentario Sexpress Yourself in cui i giovani parlano apertamente del sesso, della sessualità, delle questioni di genere e dell'Hiv.
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Pagina pubblicata il 08 aprile 2008