Necessarie leggi su vasectomia e castrazione chimica
Leggi chiare sulla vasectomia come metodo contraccettivo e sulla castrazione chimica come soluzione contro la pedofilia.
A chiederle la Società italiana di urologia (Siu), in occasione dell'82esimo Congresso nazionale Siu in corso a Rimini. "La vasectomia, considerata il metodo contraccettivo maschile a lungo termine più efficace, con una possibilità di gravidanza inferiore all'1% - spiega Vincenzo Mirone, presidente della Siu - è un intervento che consiste nella sezione chirurgica bilaterale dei dotti deferenti deputati a portare il liquido seminale nelle vescichette seminali, organi nei quali lo sperma viene immagazzinato e poi espulso.
In Italia, però, il ricorso alla vasectomia è di gran lunga più limitato rispetto ad altri Paesi europei, ed è svantaggiato dall'assenza di una legislazione chiara. Con la legge 194 è venuto a cadere il divieto di aborto, ma anche il divieto di contraccezione: potrebbe sembrare lecito praticare questa tecnica come metodo contraccettivo, ma in realtà c'è chi la contesta perché in contrasto con l'articolo penale che vieta 'lesioni gravi su consenziente'. Con questo vuoto legislativo, la scelta sui criteri di selezione dei pazienti è a discrezione dei dirigenti ospedalieri". Ma la carenze legislative vanno oltre e gli urologi auspicano un intervento urgente: "Per assurdo - evidenzia provocatoriamente Mirone - se un pedofilo si rivolgesse a uno dei nostri urologi per chiedere un trattamento che lo aiuti a tenere a bada impulsi deviati, il medico non avrebbe nessun tipo di possibilità di intervento.
La castrazione chimica è già usata in molti Paesi ed è una soluzione estremamente utile come terapia della pedofilia: oggi abbiamo molecole che somministrate con cadenza settimanale o mensile abbassano il livello di testosterone e fanno sì che non si manifesti l'impulso sessuale". Ma nel nostro Paese non è permessa. "Se si avesse la piena consapevolezza dei danni psicologici e comportamentali che la violenza sessuale genera in un bambino - conclude Mirone - allora forse la castrazione chimica dei pedofili sembrerebbe più ammissibile. E' ovvio che tale provvedimento, perché possa funzionare, deve necessariamente essere inserito in un programma ben organizzato che preveda un adeguato supporto medico e psicologico".
Pagina pubblicata il 05 ottobre 2009